Torresi nel Mondo: De Mauro, la "fabbrica" delle parole
Sabato 1 Novembre 2008 ore 19:02


Torresi nel Mondo: De Mauro, la "fabbrica" delle parole
Quando ho deciso di continuare il mio viaggio tra i “torresi nel mondo” con Tullio De Mauro, non immaginavo minimamente di trovarmi di fronte ad un personaggio così poliedrico e ad una mole di notizie su di lui così imponente. Ed è stato difficile riassumere in questo articolo la sua straordinaria carriera di uomo di cultura ma anche di uomo politico. Nato il 31 marzo 1932 a Torre Annunziata, Tullio De Mauro ha frequentato le scuole sia a Napoli che a Roma, città quest’ultima dove si è laureato in Lettere Classiche, dove risiede e nella cui università “La Sapienza” è professore ordinario di Linguistica Generale. La sua carriera universitaria, però, dopo un periodo di volontariato, iniziò ufficialmente nel ‘58 a Napoli, presso l’Istituto Orientale, dove fu nominato assistente ordinario di Glottologia. Tre anni dopo divenne professore incaricato di Filosofia del Linguaggio nell’università di Roma, mentre nel ‘67 risultò vincitore del concorso di Linguistica Generale che insegnò, insieme a Filologia Germanica, come professore ordinario, presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Palermo. Nel ‘70 fu professore ordinario di Glottologia presso la facoltà di lettere dell’università di Salerno; quattro anni dopo, e per oltre vent’anni, è stato professore ordinario di Filosofia del Linguaggio presso “La Sapienza” di Roma, dove dal ‘96 insegna Linguistica Generale.
La sua prestigiosa carriera universitaria è stata sempre affiancata da un’impressionante produzione scritta. Ha pubblicato ricerche di linguistica indoeuropea, storia linguistica italiana, semantica, lessicologia, sintassi greca, filosofia del linguaggio, educazione linguistica e su diverse problematiche della scuola. A tal proposito è intervenuto, appena due settimane fa, in un’intervista concessa al Corriere della Sera, sulle classi differenziate per alunni stranieri definendole “una sciocchezza” e spiegando che “le ricerche condotte nel mondo dicono che più le classi sono eterogenee e migliori sono i risultati degli alunni; tanto è vero che in Francia se in una scuola si verificano differenze troppo marcate, rimescolano apposta le classi a inizio anno”. Tullio De Mauro è soprattutto autore di molti volumi, tra cui “Storia linguistica dell’Italia Unita”, “L’Italia delle Italie”, alcuni dizionari della lingua italiana e “La fabbrica delle parole” nel 2005. E’ stato, poi, redattore di diverse riviste, tra cui “L’Architettura. Cronaca e storia” e ha diretto per il Mulino e per gli Editori Riuniti alcune collane. Ha collaborato e collabora a giornali quali “Paese Sera”, “L’Unità”, “La Stampa”, “La Repubblica”, “Il Manifesto”, “Il Sole 24 ore”, “Il Mattino” e a settimanali come “Il Mondo” e “L’Espresso”. Ha collaborato persino a trasmissioni radiofoniche e televisive, sia della Rai che della Radiotelevisione della Svizzera Italiana. Ha tenuto conferenze e seminari oltre che nelle più importanti università italiane ed europee anche in Asia (Giappone e Cina), in Canada, negli Stati Uniti, in Brasile, Cile e Argentina. Ma De Mauro si è interessato anche dei cosiddetti “diversi” e degli emarginati dalla cultura, in quanto è rappresentante delle università nel comitato scientifico dell’Ente Nazionale Sordomuti, è membro sia del comitato promotore del centro studi sugli Zingari che dell’UNLA, l’Unione Nazionale per la Lotta contro l’Analfabetismo, oltre che essere stato nominato presidente onorario della società di linguistica albanese. Molti anche i riconoscimenti ottenuti: Gran Ufficiale e Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica, premio della Presidenza della Repubblica da parte dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Doctor honoris causa dell’Ecole Normale Supérieure di Lione e, nell’aprile scorso, l’università di Waseda, a Tokio, gli ha conferito l’Honorary Doctorate, riservato solo ad eminenti personalità. In occasione del suo settantesimo compleanno gli è stato donato il volume “Tullio De Mauro: una storia linguistica” edito da Laterza (Bari). De Mauro, oltre che essere un grande uomo di cultura, è stato anche un politico eccellente. Consigliere regionale del Lazio, eletto come indipendente nelle liste del Pci, dal ‘75 all’80, è stato assessore alla Cultura nel ‘76-’77 e da aprile del 2000 al giugno 2001 Ministro della Pubblica Istruzione del governo Amato. Ma De Mauro ha vissuto, trentotto anni fa, nel 1970, una tragedia familiare. Il fratello maggiore Mauro, giornalista de “L’Ora” di Palermo, vittima di “lupara bianca”, fu rapito e ucciso dalla mafia (il suo corpo non è mai stato ritrovato). Stava indagando sulla morte del presidente dell’Eni Enrico Mattei, per incarico ricevuto dal regista Francesco Rosi che lavorava ad un film sullo stesso Mattei.
SALVATORE CARDONE

 

Il torrese Felicio Angrisano nominato Ammiraglio delle Capitanerie di Porto Lunedi 7 Marzo 2011 ore 10:33 Un altro "torrese nel mondo" va a ricoprire un incarico di prestigio nelle Forze armate italiane. Si tratta del Contrammiraglio (CP) Felicio Angrisano (nella foto), nato a Torre Annunziata il 1 novembre 1950. Angrisano, Direttore marittimo della Liguria e Comandante del Porto di Genova dallo scorso giugno, è stato promosso, con decreto del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al grado di Ammiraglio Ispettore del Corpo delle Capitanerie di Porto. Laureatosi in Giurisprudenza a Napoli, Angrisano è entrato nel Corpo delle Capitanerie nel 1975. Da allora, la sua carriera è stata costellata da una serie di promozioni che ne attestano le sue capacità professionali. E´ stato anche comandante della Capotaneria di Porto di Castellammare di Stabia e Commissario straordinario dell´Autorità portuale di Bari.
Barbara Gilbo, una torrese a Sanremo Mercoledi 18 Febbraio 2009 ore 8:56 La cantautrice torrese Barbara Gilbo (nella foto) salirà questa sera sul palco dell’Ariston per partecipare alla 59esima edizione del Festival di Sanremo nella categoria “Nuove Proposte”. Con il brano “Che ne sai di me”, scritto dalla stessa Gilbo con Bigazzi e Martelli, l’artista di origini torresi (33 anni il prossimo 24 febbraio) avrà la ghiotta opportunità di far conoscere le proprie doti canore attraverso la manifestazione più importante del panorama musicale nazionale. Barbara Gilbo ripeterà domani sera il suo brano in gara accompagnata in duetto da Massimo Ranieri. La giovane cantautrice in chiave pop ha pubblicato anche un album, “Samples”. Ma a Sanremo la nostra città è rappresentata anche da Umberto Iervolino, direttore d´orchestra oramai veterano della kermesse e Paolo Forestiero, parrucchiere che quest´anno debutta all´Ariston e al quale sono state "affidate" le chiome di Paolo Bonolis, dei Gemelli Diversi e Cristiano Malgioglio. La scheda di Barbara Gilbo Barbara Gilbo è una cantautrice che esprime, attraverso testi ed interpretazioni particolarmente personali, un insieme di emozioni tipiche della “new generation”. Nasce a Torre Annunziata, ma matura nel panorama musicale romano. Ha desiderato cantare e comporre già da molto piccola, senza però mai trascurare gli studi. Nel 94/95 partecipa all’ultima edizione di “Non è la Rai”; a questa seguono altre esperienze televisive : “Casa Castagna”, “Beato tra le donne” (condotto da Paolo Bonolis), “Furore” (condotto da Alessandro Greco) ed altri programmi. Contemporaneamente al percorso televisivo, Barbara segue corsi di canto e musica. Nel 1999 decide di abbondare la tv per dedicarsi ad un progetto del produttore Maurizio Carta il cui fine è quello di creare una band composta di sole donne: in quest’occasione conosce Giorgia Iacuessa, musicista e chitarrista, e con lei da il via ad un sodalizio professionale che l’aiuterà a crescere ed a credere ancora di più nella carriera che ha voluto intraprendere. Intanto si esibisce in vari locali della capitale. Nel 2001 l’incontro con Fabrizio Federighi e Giancarlo Bigazzi - ´il grande maestro´ - come lo ama chiamare Barbara - la porta in Toscana ed entra a far parte del loro entourage. Nel 2004 la CNI music propone quattro brani della cantautrice in un ep dal titolo “SAMPLES” in vendita online. L’ incontro con Bigazzi è stato determinante e il poter avere Massimo Ranieri come “padrino” a Sanremo è un po’ come riprendere la storia iniziata tanti anni fa. Giancarlo Bigazzi, infatti, è stato uno degli autori delle prime e più importanti canzoni del “canta-attore” napoletano.
Torre Annunziata festeggia: Di Paola nuovo Ministro della Difesa Mercoledi 16 Novembre 2011 ore 13:35 L´ammiraglio Giampaolo Di Paola, nato a Torre Annunziata il 15 agosto 1944 è il nuovo ministro della Difesa del Governo Monti. La carriera militare di Di Paola è costellata di onorificenze ed alti incarichi. È stato Capo di stato maggiore della difesa dal 10 marzo 2004, fino all´11 febbraio 2008. Entrato all´Accademia Navale nel 1963 dopo aver frequentato il Collegio Navale "Francesco Morosini", è prima comandante, poi capitano di vascello ed infine, dopo oltre trent´anni di carriera nella Marina militare italiana, è nominato Ammiraglio di squadra nel 1999. Capo del reparto politica militare dello Stato maggiore della Difesa dal 1994 al 1998, nel 1998 viene scelto come capo di gabinetto del ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio, ed è poi confermato dal successore Sergio Mattarella. Nominato Segretario generale della Difesa il 26 marzo 2001, mantiene l´incarico fino al 10 marzo 2004, quando è promosso a Capo di stato maggiore della difesa. Il 14 novembre 2007 il Comitato Militare della NATO (NAMILCOM), composto dai Capi di Stato maggiore dei ventisei Paesi dell´alleanza, lo ha eletto Presidente del Comitato, incarico effettivamente ricoperto dal 13 febbraio 2008. La nomina del nuovo ministro della Difesa, in un momento di particolare travaglio per il paese e per lo Spolettificio di Torre, è stata seguita con particolare attenzione dalle maestranze dell´ente e la notizia di un torrese alla guida del ministero è stata accolta con grande soddisfazione. Negli ultimi dieci anni sono stati due i ministri originari di Torre Annunziata. Prima dell´ammiraglio Di Paola toccò al linguista Tullio De Mauro presiedere il ministero della Pubblica istruzione nel Governo Amato II dal 25 aprile 2000 all´11 giugno 2001. E su questa nomina riecheggiano le parole di Maria Natale Orsini sui suoi concittadini: " I torresi sono bella gente e hanno una marcia in più". Non era solo l´amore per la sua gente a dettare quell´affermazione ma una constatazione lucida e consapevole. fg Fonte il giornale Lo Strillone

Nella terra senza sogni, muore anche il Savoia
Domenica 15 Novembre 2009 ore 11:34


Nella terra senza sogni, muore anche il Savoia
Travolto dall’ennesima crisi economico-societaria - che rende ingestibile perfino il modesto onere finanziario del campionato di Eccellenza, per l’inagibilità dello stadio Giraud - muore dunque il Savoia.
Quando Torre Annunziata era soprannominata la Manchester del Sud e nel porto attraccavano le navi granarie destinate ad alimentare i molti pastifici della città (gli stessi descritti nella struggente «La quinta stagione dell’anno» dello scrittore oplontino Vincenzo Esposito, mentre in «Francesca e Nunziata» Maria Orsini Natale ne celebra appunto l’epopea, qui portata avanti soprattutto da capitane d’industria), la squadra contese lo scudetto al Genoa. Il massimo campionato era allora diviso in un girone di centrosud e in uno settentrionale, come forse piacerebbe oggi a Bossi. Il Savoia (il cui campo era il glorioso Formisano, dal quale si vedeva il mare) era stato appunto il primo nel suo ambito, nel 1923-1924 e più volte ha disputato la serie B, l’ultima nel 1999/2000.
Altri tempi. Qui da parecchio hanno chiuso anche quasi tutte le fabbriche subentrate al fiorente periodo dell’arte bianca. Chi voglia documentarsi su questo processo (e sulle sue responsabilità derivanti da una mediocre imprenditorialità, da un sindacalismo miope e da una politica clientelare) può leggerne il racconto dolente in un volume di qualche anno fa, scritto da un agguerrito gruppo di giovani studiosi e consegnato al libro «Il suono delle sirene spente», a cura dalla sociologa Enrica Morlicchio. Torre non ha nemmeno più un teatro degno di questo nome e le resta solo un cinema che sopravvive a fatica, anche se proprio qualche giorno fa ho dovuto spedire ad amici di fuori pacchi di pasta Setaro, l’ultimo pastificio sopravvissuto, dal sapore dei cui prodotti erano rimasti conquistati, provandoli a casa mia. L’ultima speranza è adesso la zona franca urbana - nella quale potranno localizzarsi imprese sgravate da imposte per un certo numero di anni - mentre il timore inespresso è che la camorra fiuti l’affare e cali su di esso servendosi di prestanome.
Del Savoia, quando ero adolescente, mio padre avvocato (che l’aveva più volte difeso davanti agli organi della giustizia sportiva) fu addirittura presidente dopo che un imprenditore che lo guidava aveva - storia che si è ripetuta spesso - dichiarato forfait.. E furono occasioni di sfottò col ramo milanese della famiglia, visto che l’altro e più famoso Peppino era già (e lo restò fino alla scomparsa) vicepresidente dell’Inter.
Tramonta a cent’anni dalla nascita un simbolo di identità, in taluni momenti l’unico positivo, mentre intorno ogni cosa deperiva e si corrompeva. Che possa presto rinascere. Sarebbe l’inizio di una nuova speranza per una terra ormai senza più sogni.
SALVATORE PRISCO


 

 

Dr. Serenella Iovino

Ricercatrice confermata, M-FIL/03

Dipartimento di Filosofia

Università degli Studi di Torino

Via S. Ottavio, 20

10124 Torino

E-mail: serenella.iovino@unito.it

 

Presidente EASLCE

European Association for the Study of Literature, Culture and Environment

www.eascle.eu

 

 

Curriculum accademico

 

Sono nata nel 1971 a Torre Annunziata (NA). Dal 2001 lavoro come ricercatrice all’Università di Torino. Insegno Filosofia Morale presso i Corsi di Laurea Triennali in Scienze dell’Educazione (Facoltà di Scienze della Formazione), in Educatore socio-sanitario (Interfacoltà: Medicina e Chirurgia, Psicologia, Scienze della Formazione), entrambi nella sede di Savigliano (CN) e presso il Corso di Laurea Specialistica in Scienze della riabilitazione (Interfacoltà: Medicina e Chirurgia, Scienze della Formazione), sede di Torino.

Dal 2008 sono Presidente della European Association for the Study of Literature, Culture and Environment (EASLCE, www.easlce.eu). 

 

Mi sono laureata in Filosofia all’Università di Napoli “Federico II” nel 1994. Sono stata borsista dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici negli AA.AA. 1994/95 e 1995/96 (Corso di Specializzazione in Filosofia della Scienza), e nel 1998 ho conseguito a Padova il titolo di dottore di ricerca in Filosofia (co-tutorato tra Università di Urbino e Ludwig-Maximilians Universitaet di Monaco di Baviera).

Dal 1993 al 1999 ho studiato a Monaco di Baviera (Ludwig-Maximilians Universitaet e Bayerische Akademie der Wissenschaften), prima con uno stipendio “Erasmus”, poi con borse di perfezionamento dell’Università di Urbino e dell’Università di Napoli “Federico II”. Dal 1999 al 2001 sono stata borsista post-dottorato all’Università di Urbino.

Sono stata visiting scholar presso la University of California, Berkeley (2002), il McNeill Center for Early American Studies/Penn University, Philadelphia (2003, 2007), la San Francisco State University (2004, 2005, 2006, 2007), la University of Virginia, Charlottesville (2008).

 

 

Aree di ricerca

 

1. Filosofia e storia delle idee; intersezioni disciplinari tra filosofia, letteratura e scienze naturali. 2. Prospettive di filosofia ambientale, con particolare interesse alle questioni etico-sociali e ai temi del paesaggio culturale. 3. Ecocriticism e letteratura ambientale. 4. Educazione ambientale e cultura ecologica; 5. Cinema e filosofia. 6. Etica, letteratura e filosofia della natura nella Germania dell'età di Goethe.

 

 

Pubblicazioni

 

In volume:

 

Ecologia letteraria. Una strategia di sopravvivenza. Prefazione di Cheryll Glotfelty; con uno scritto di Scott Slovic, Milano: Edizioni Ambiente, 2006.

 

Filosofie dell’ambiente. Etica, natura, società, Roma: Carocci, 2004 (ristampe: 2006, 2007, 2008).

 

Le ragioni dei filosofi. Una storia del pensiero, a cura di U. Bonanate e M. Valsania, Roma: Carocci, 2003 (ristampa: 2006). I seguenti capitoli: 14. La filosofia classica tedesca (pp. 249-79); 16. Reazioni al sistema (pp. 291-305); 19. Husserl e la fenomenologia (pp. 329-34). E, nel capitolo 21, i paragrafi: Il ridimensionamento della ragione e il culto del profondo; Linguaggio, azione, società; Dal sapere al domandare (pp. 343-44 e 364-66; in collaborazione con M. Valsania).

 

F.H. Jacobi, Woldemar. Introduzione, traduzione e commento storico-critico a cura di Serenella Iovino, Padova: CEDAM, 2000.

 

Radice della Virtù. Saggio sul “Woldemar” di F.H. Jacobi, Napoli: La Città del Sole, 1999.

 

 

Articoli:

 

“Naples 2008, Or, The Waste Land: Trash, Citizenship, and the Power of Narrations,” in Neohelicon, Special Issue Theme: Beyond Thoreau: Literary Response to Nature, East and West (di prossima pubblicazione, 2009).

 

“Redeeming Nature? The Garden as a Moral Allegory,” in Cultural Landscapes: Proceedings of the Third Biennial Conference of the European Association for the Study of Literature, Culture and Environment (di prossima pubblicazione, 2009).

 

“Difference and Warning. The Transverse Feminine in Anna Maria Ortese’s The Iguana,” in Huang I-Min (ed.), Crisscrossing Word and World: Ecocriticism, Crisis, and Representation. Proceedings of the Fourth Tamkang International Conference on Ecological Discourse, Taiwan, Tamkang University (di prossima pubblicazione, 2008).

 

 “Ecocriticism and a Non-Anthropocentric Humanism,” in L. Volkmann (ed.), Local Natures/Global Responsibilities, Proceedings of the 2007 Conference of the Association for the Study of the New Literatures in English, Amsterdam, Rodopi (di prossima pubblicazione, 2009).

 

“Ambiente, cultura e stili di vita,” in P. Cerrato (cur.), Atti della Prima giornata internazionale su ambiente e sostenibilità, Reggio Emilia, 10 maggio 2007 (di prossima pubblicazione).

 

 “La land art e la cultura ecologica,” in Treccani Scuola, giugno 2008,

http://62.77.55.137/site/Scuola/nellascuola/area_scienze_umane/archivio/esame08/1.htm 

 

“L’energia rinnovabile della mente. Considerazioni per una cultura sostenibile,” in Treccani Scuola, maggio 2008, http://www.treccani.it/Portale/sito/scuola/in_aula/scienze_umane_e_sociali/etica_ambientale/iovino.html

 

“Metamorphoses of Water,” Introduzione a S. Slovic, S. Iovino, S. Yamashiro (eds.), Concentric: Literary and Cultural Studies, Journal of Dept. of English of the National Taiwan Normal University, 34/1, 2008 (Special Issue: “Water”), pp. 7-13.

 

“Social Justice as an Environmental Issue,” in A. Anton, R. Schmitt (eds.), Toward a New Socialism, Lanham and New York: Lexington Books, 2006, pp. 365-86.

 

“L’etica del paesaggio,” in Treccani Scuola, giugno 2006, http://www.treccani.it/site/Scuola/nellascuola/area_scienze_umane/esami2006/iovino.htm

 

“La crisi ecologica: una questione sociale,” in Treccani Scuola, giugno 2006, http://www.treccani.it/site/Scuola/nellascuola/area_scienze_umane/esami2006/iovino2.htm

 

“Globalizzazione,” in Treccani Scuola, giugno 2005, http://www.treccani.it/site/Scuola/nellascuola/area_scienze_umane/esame/globalizzazione.htm 

 

“Il Protocollo di Kyoto,” in Treccani Scuola, giugno 2005, http://www.treccani.it/site/Scuola/nellascuola/area_scienze_umane/esame/protocollo.htm 

 

“Rifiuti tossici? Non nel mio cortile (nel loro sì, però). Un’analisi del razzismo ambientale,” in Kainòs, 4, 2005, http://www.kainos.it/numero4/ricerche/iovino.html

 

“Tre parole chiave: etica, ambiente, educazione,” in Treccani Scuola, febbraio 2005, http://www.treccani.it/site/Scuola/nellascuola/area_scienze_umane/archivio/educazione_ambientale/iovino.htm 

 

“Lucciole, voci e pale d’altare. Pier Paolo Pasolini e l’etica del paesaggio culturale,” in Kainòs, 3, 2004, www.kainos.it/nonluogo/iovino.html

 

“The Ashes of Italy. Pier Paolo Pasolini’s Ethics of Place,” in J. Gifford, G. Zezulka-Mailloux, Culture and the State, 1: Landscape and Ecology, CRC Humanities Studio, Edmonton, 2003, pp. 70-91.

 

“‘Fare filosofia attraverso la storia. Valerio Verra e la storiografia filosofica italiana,” in Rivista di Storia della Filosofia, 3, 2003, pp. 555-71.

 

“‘Ich ist Nicht-Ich = Alles ist Alles. Ein Beitrag zur Geschichte der Verhältnisse zwischen Goethe und Fichte,“ in Fichte-Studien, 19, 2002, pp. 55-94 (Italian version: “‘Ich ist Nicht-Ich = Alles ist Alles.’ Contributo alla storia dei rapporti tra Goethe e Fichte,” in Rivista di Studi Germanici, 1, 2000, 25-71.)

 

“‘Woldemar a été anathématisé.’ Jacobi, Goethe e la Ettersburger Geschichte,” in Annuario Filosofico, 14, 1998, pp. 181-198.

 

“‘Darstellend zu Werke gehen.’ Note sulla teoria jacobiana della rappresentazione,” in Il Cannocchiale, 1, 1998, pp. 235-44.

 

“L’ethos dell’intersoggettività nei romanzi di F.H. Jacobi,” in Teoria, 16/2, 1996, pp. 65-106.

 

“Un’anticipazione del pensiero dialogico: Friedrich Heinrich Jacobi,” in Atti dell’Accademia di Scienze Morali e Politiche in Napoli, vol. CVII, Napoli: Giannini, 1996, pp. 63-80.

 

 

Cure editoriali:

 

(Guest editor, with Scott Slovic and Shin Yamashiro) Concentric: Literary and Cultural Studies, Journal of Dept. of English of the National Taiwan Normal University, Vol. 34 No. 1, Special Issue: “Water”, Marzo 2008.

 

 

Interventi a convegni

 

“Fireflies, Hills and Altarpieces. Pier Paolo Pasolini’s Ethics of Cultural Landscape”, International Conference on “Culture and the State”, University of Alberta, Edmonton, Canada, 2-5 maggio 2003.

 

“Sprache, Geschichte und Ende der Landschaft. Eine Auffassung der Werke Pier Paolo Pasolinis”, The First Biennial Conference of EASCLE (European Association for the Study of Literature, Culture and Environment): Literatur, Kultur, Umwelt: ‘Ecocriticism’ – eine Standortbestimmung, Università di Münster, 10-12 marzo 2004.

 

Being and Waste. Garbage and the Post-Human”, The Sixth Biennial Conference of ASLE (Association for the Study of Literature and Environment): Being in the World, Living with the Land, University of Oregon, Eugene, 21-25 giugno 2005.

 

“Watershed Politics and Place-Identity: Toward an Inclusive Approach”, The Second Biennial Conference of EASCLE (European Association for the Study of Literature, Culture and Environment): Water: literary, cultural and environmental Perspectives, Alpen-Adria Universität, Klagenfurt, 28 aprile-1° maggio 2006. 

 

“Ambiente, cultura e stili di vita,” Relazione plenaria, Prima Conferenza Internazionale su Ambiente e Sostenibilità, Università di Modena e Reggio Emilia, Reggio Emilia, 10 maggio 2006.

 

“Ecocriticism and a Non-Anthropocentric Humanism,” Relazione plenaria, Local Natures/Global Responsibilities: Annual Conference of the Association for the Study of the New Literatures in English (ASNEL), Friedrich-Schiller-Universitaet, Jena (Germania), 17-20 maggio 2007.

 

“Difference and Warning: The Transverse Feminine in Anna Maria Ortese’s The Iguana,” Confluence, The Seventh Biennial Conference of ASLE (Association for the Study of Literature and Environment), Wofford College, Spartanburg, 11-17 giugno 2007.

 

“La cultura dell’ecocriticism,” Relazione plenaria, Ecocriticism: Retorica e immaginario della natura nel canone letterario occidentale, Conferenza Internazionale, Università degli Studi di Roma “La Sapienza,” 26-27 giugno 2007.

 

“Comunicare l’ambiente,” Tavola rotonda, Galassia Gutenberg, Napoli, 28 Marzo 2008.

 

“The Inquietude of Otherness. An ecofeminist interpretation of Anna Maria Ortese’s The Iguana,” The Fourth Tamkang International Conference on Ecological Discourse: Crisscrossing Word and World: Ecocriticism, Crisis, and Representation, Tamkang University, Taipei County, Taiwan, 23-24 maggio 2008

 

“Naples 2008, Or, The Waste Land: Trash, Citizenship, and the Power of Narrations,” Relazione plenaria, Beyond Thoreau: American and International Responses to Nature, Tsinghua University, Pechino (Cina), 8-11 ottobre 2008.

 

“Redeeming Nature? The Garden as a Moral Allegory,” Cultural Landscapes: The Third Biennial Conference of EASLCE (European Association for the Study of Literature, Culture and Environment), Universidad de Alcalá de Henares (Spagna), 16-18 ottobre 2008.

 

“Quanto scommettiamo? Scienza, ambiente, letteratura e un’idea di cibernetica,” Relazione plenaria, Che tempo farà. Scienza e ambiente nella crescita e nella formazione dei ragazzi, Ortona, Rete Bibliotecaria Provinciale di Chieti, col patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, 28-29 Novembre 2008.

 

 

 

Collaborazioni e membership

 

Dal 2004 al 2006 ho fatto parte dell’advisory board/Vorstand della EASLCE (European Association for the Study of Literature, Culture and the Environment/Europäisches Verein für das Studium der Literatur, Kultur und Umwelt), con sede a Bonn, incarico che ho lasciato per assumere la vice-presidenza dell’Associazione dal 2006 al 2008. Attualmente ricopro la carica di presidente.

Sono membro della Association for the Study of Literature and Environment (ASLE).

 

Sono membro dell’advisory board delle riviste ISLE (Interdisciplinary Studies in Literature and Environment, Oxford University Press) e Ecozon@ (On-line Journal of Literature, Culture and the Environment), 

Sono associate editor di Agora (International Journal of the Faculty of Humanities, University of Alberta, Canada) e membro della redazione di Kainòs. Rivista on-line di critica filosofica (www.kainos.it).

 

Collaboro con articoli su argomenti di etica socio-ambientale a “Treccani Scuola”, sito scolastico dell’Enciclopedia Italiana, con le Edizioni Ambiente (Milano) per le tematiche di cultura ed etica dell’ambiente, e con il Festival “Cinemambiente” di Torino.

 

Programmi dei corsi di Filosofia Morale

 

2001/02: “La funzione civile dell’artista. Politica, società e coscienza del cambiamento nell’Italia del Dopoguerra attraverso l’opera di Pier Paolo Pasolini”.

2002/03: “La Environmental Philosophy: un’etica del mondo-ambiente tra responsabilità e cultura”.

2003/04 (Scienze dell’Educazione): “Natura, cultura, responsabilità. Il dibattito sulla Environmental Philosophy, tra etica, estetica e critica sociale da Henry David Thoreau a Carolyn Merchant e Allen Carlson”.

Modulo di approfondimento: H. D. Thoreau, La disobbedienza civile e Walden. Vita nei boschi.

2003/04 (Corso di Laurea Interfacoltà Ed. Sanit.): “Natura, cultura e responsabilità. Il dibattito sulla Environmental Philosophy, tra etica, estetica e critica sociale”.

2004/05 (Scienze dell’Educazione) La relazione etica tra mondo umano e mondo naturale. La filosofia ambientale contemporanea e le sue radici storico-filosofiche.

Modulo di approfondimento: Ralph Waldo Emerson, Natura e Henry David Thoreau, Camminare e Le foreste del Maine.

2004/05 (Corso di Laurea Interfacoltà Ed. Sanit.): L’etica dell’ambiente e i valori del paesaggio. La Environmental Philosophy, tra etica, estetica e critica sociale.

Modulo di approfondimento: L’ambiente che muta: paesaggio e società nel cinema di Ermanno Olmi.

2005/06 (Scienze dell’Educazione): L’etica dell’ambiente e le politiche dello sviluppo. La sostenibilità ambientale come strumento di giustizia sociale.

Modulo di approfondimento: I diritti umani nell’ambiente globale. Il degrado ambientale come forma di discriminazione sociale.

2005/06 (Corso di Laurea Interfacoltà Ed. Sanit.): La relazione etica tra mondo umano e mondo naturale. La filosofia ambientale contemporanea: le sue radici storico-filosofiche, le sue elaborazioni socio-culturali.

Modulo di approfondimento: “È questa l’Italia / E non è questa l’Italia”: il paesaggio geografico, sociale e culturale del nostro Paese nell’opera di Pier Paolo Pasolini e di Ermanno Olmi.

2006/07 (Scienze dell’Educazione e Corso di Laurea Interfacoltà Ed. Sanit.): Cultura dell’ambiente e speranza sociale.

Modulo di approfondimento: Umanesimo, società postmoderna e speranza sociale: una proposta etica.

2007/08 (Scienze dell’Educazione e Corso di Laurea Interfacoltà Ed. Sanit.): Ecocriticism e letteratura come strategie di sopravvivenza.

Modulo di approfondimento: L’oblio della natura e i paradossi della civiltà: una lettura ecocritica di Italo Calvino (Marcovaldo e Palomar).

2008/09 (Scienze dell’Educazione e Corso di Laurea Interfacoltà Ed. Sanit.): Educazione ambientale ed etica della narrazione.

Modulo di approfondimento: L’umano e il suo altro. Antropomorfismo, antisoggettivismo e critica sociale in Italo Calvino (La giornata di uno scrutatore, Le cosmicomiche, pagine scelte).

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(ultimo aggiornamento: 1° dicembre 2008)

 

===♥♥UN PO' DI STORIA♥♥===

Voiello è stata fondata nel 1879 come piccola bottega artigiana a Torre Annunziata (Napoli), fino dal XVI secolo uno dei maggiori centri per la produzione di pasta. La pasta Voiello presenta i formati tipici della tradizione gastronomica napoletana, il cui segreto è nella ruvidezza conferita dalla trafilatura al bronzo. Voiello è entrata a far parte di Barilla nel 1973.

 

Ernesto Cesàro (Napoli12 marzo 1859 – Torre Annunziata12 settembre 1906) è stato un matematico italiano, noto per i suoi contributi alla geometria differenziale e alla teoria delle serie infinite.

Dopo una carriera scolastica piuttosto deludente e un peregrinare per l'Europa - la tappa più importante fu Liegi, dove il fratello maggiore Giuseppe insegnava mineralogia alla locale università - si laureò all'università di Roma nel 1887, quando già era socio della Societé Royale des Sciences del Belgio per i numerosissimi lavori che aveva già pubblicato. L'anno successivo ottenne la cattedra di matematica all'università di Palermo, che mantenne fino al 1891, quando si spostò a Roma dove fu professore universitario fino alla sua morte, avvenuta mentre cercava di salvare il figlio minore Manlio che stava affogando

I contributi principali di Cesàro sono nel campo della geometria differenziale. Lezione di geometria intrinseca, del 1896, propone tra l'altro la costruzione di una curva frattale; in seguito Cesàro studiò anche la "curva a fiocco di neve" di Koch, continua ma non differenziabile in tutti i suoi punti.

Tra le sue altre opere si ricordano Introduzione alla teoria matematica di calcoli infinitesimali (1893), Analisi algebrica (1894), Elementi di Calcolo Infinitesimale (1897). Propose una definizione di somma di una serie, nota oggi come Somma di Cesàro, data dal limite della media aritmetica delle somme dei termini parziali della successione. La somma di Cesàro coincide con la somma usuale nel caso di serie convergenti, ma esiste anche per una classe di serie non convergenti.

 

 

Nicola Salvatore (de) Dino (Torre Annunziata12 novembre 1843 – Portici2 febbraio 1919) è stato un matematico italiano. Fu professore al Liceo Umberto I di Napoli e nelle università di Roma (1882) e di Napoli (1886). Figlio di Ferdinando Salvatore Dino, deputato del Regno d'Italia nel 1861 e sindaco di Torre Annunziata dal 1847 al 1849 e nel 1867 e nipote di Nicolantonio Salvatore de Dino, sindaco di Torre Annunziata dal 1835 al 1837.

Ordinario di Geometria proiettiva ed analitica, tra i suoi alunni vi fu Ernesto Cesàro.

Fu inoltre Socio membro dell'Accademia delle Scienze e dell'Accademia Pontaniana di Napoli.

 

 

Antonio Amodio (Torre Annunziata, ...) è un ingegnere italiano. Fu viceconsole dell'Impero Russo, e sindaco di Torre Annunziata dal 22 gennaio 1906 al 4 agosto 1906 come il padre Giuseppe Amodio (sindaco dall'1 dicembre 1902 al 20 giugno 1903..

La sede consolare fu Palazzo Amodio in piazza Ernesto Cesàro, sul cui portale è ancora visibile l'aquila imperiale simbolo della Russia zarista.

L'istituzione di un viceconsolato russo a Torre Annunziata, capitale dell'arte bianca, si rese necessaria per la gestione dei fittissimi rapporti commerciali con quel paese, il granaio d'Europa che produceva del richiestissimo grano duro di Tangarod (Ucraina).

L'importazione di grano dall'Ucraina e dalla Crimea si rese necessaria a soddisfacimento della richiesta dei numerosissimi molini e pastifici torresi leader mondiali fino al secondo dopoguerra dell'esportazione della pasta

 

 

Ferdinando Salvatore (de) Dino (Torre Annunziata1811 – Torre Annunziata4 settembre 1891) è stato un politico italiano, figlio del sindaco di Torre Annunziata Nicolantonio Salvatore (de) Dino (sindaco dal 1835 al 1837) e padre del matematico Nicola Salvatore Dino..

Fu deputato del Regno d'Italia nel 1861, primo eletto nel 1842 e sindaco di Torre Annunziata nel 1847 e sottintendente del distretto di Castellammare di Stabia nel 1848. Di nuovo sindaco nel 1867 dal 1° maggio 1867 al 20 novembre 1867.

Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Ferdinando_Salvatore_Dino"

 

 

Paolo Morrone (Torre Annunziata3 luglio 1854 – Roma4 gennaio 1937) è stato un generale e senatore italiano, fu tra i protagonisti della Grande Guerra.

Nato a Torre Annunziata, fu generale di corpo d'armata del regio esercito italiano.

Rivestì l'incarico di ministro della guerra dal 4 aprile 1916 - 18 giugno 1916 durante il Governo Salandra II; durante questo periodo venne nominato senatore del Regno d'Italia il 15 maggio e prestò giuramento il 16 giugno 1916

 

 

Guido Amedo Vitale (Torre Annunziata28 novembre 1872 – Napoli20 maggio 1918) è stato un diplomatico e linguista italiano.

È considerato il maggior sinologo italiano del secolo scorso, tra i principali in Europa[senza fonte][1]. Il suo nome è legato alle mediazioni per la garanzia dell'ottenimento della Concessione italiana di Tientsin.


Nacque a Torre Annunziata, figlio di Diego Vitale, un notabile torrese, Secondo Eletto nel Decurionato del 1832, originario e patrizio di Cava, discendente dai baroni di Trecchina e duchi di Tortora

Finì gli studi di filologia orientale a Napoli nel 1891.

Fu corrispondente da Pechino con la stampa italiana durante la Rivolta dei Boxer del 1901.

Morì assassinato misteriosamente mentre era seduto in un bar della Galleria Umberto I di Napoli.

Carriera diplomatica 

Fu supplente dal 1892, titolare nel 1894 e segretario interprete dal 1899 della Real Legazione italiana in Cina fino al 1914, presso il ministro plenipotenziario Carlo Sforza.

Dal 1899 ha rivestito la carica di dragomanno all'ambasciata italiana di Pechino.

Carriera accademica 

Nel 1914 ritornò a Napoli ed occupò la cattedra di lingua e letteratura cinese.

Dal 1916 al 1917 è stato direttore dell' Istituto Universitario Orientale di Napoli (con RDL. 27 dicembre 1888, n. 5873).

Opere 

  • Pekinese Rhymes, Chinese Folklore: Pekinese Rhymes, Pei-t'ang Press, 1896
  • Chinese merry tales, Pei-T'ang Press, 1901
  • A First Reading Book for Students of Colloquial Chinese: Chinese Merry Tales, Beitang Press, 1

 

 

Carlo Avallone (Torre Annunziata1847 – Roma1926) è stato un ammiraglio italiano.

Carlo Avallone è nato a Torre Annunziata da Angelo Avallone, capitano della Guardia Nazionale borbonica, e da Carolina de Gennaro. Fratello del generale Alfredo Avallone e del sindaco di Torre Annunziata (dal 1884 al 1886 e dal 1891 al 1894) Giuseppe Avallone. Sposò a Montevideo nel 1895 Amalia Garron, figlia del ministro residente d'Italia della Repubblica dell'Uruguay. Fu ammiraglio di squadra.

Carriera militare [modifica]

Studiò alla Regia Scuola di Marina di Napoli, e partecipò alle campagne oceaniche col grado di capitano di corvetta assunse il comando della corazzata Andrea Provana, facente parte con le regie navi 'Amerigo Vespucci e Sebastiano Veniero a Buenos Aires della Stazione Navale Italiana dell'America del Sud. Ufficiale della Regia Marina, noto per il suo contributo, nel campo navale, alla vittoria italiana ed degli Alleati durante la prima guerra mondiale. Collaborò con l'ammiraglio Paolo Emilio Thaon di Revel, fu sottosegretario di stato alla Marina e poi direttore generale di tutti gli Arsenali d'Italia. Organizzatore tecnico, arrichì di importanti opere militari le Piazzeforti italiane: l'Arsenale Militare Marittimo della Spezia e l'Arsenale Militare Marittimo di Taranto, che gli eressero due busti marmorei

 

 

Maria Orsini Natale (Torre Annunziata19 marzo 1928) è una scrittrice italiana.

Il suo nome è legato al grande successo del suo romanzo di esordio Francesca e Nunziata, dal quale è stato tratto il film omonimo diretto da Lina Wertmuller.


 

Nipote del produttore internazionale Dino De Laurentiis, è nato il 24 maggio 1949 a Torre Annunziata (NA). È sposato con la cittadina svizzera Jacqueline Baudit e ha tre figli: Luigi, Valentina ed Edoardo. È titolare della Filmauro fondata con il padre nel 1975, società leader nella produzione e distribuzione cinematografica, italiana ed internazionale, ed è presidente e proprietario della Società Sportiva Calcio Napoli.

Dal 2001 è presidente dell'Unione Nazionale Produttori Film

Maria Nazionale

39 anni, 31 Luglio 1969 (Leone), Torre Annunziata (Italia)

Maria Nazionale inizia a cantare sin da bambina canzoni tratte dal repertorio classico napoletano. Si esibisce inizialmente durante cerimonie e banchetti nuziali. Poi, grazie all'incontro con il maestro Franco Chiaravalle, si trasferisce a Milano e ottiene il suo primo contratto con la Emi. Nel '93 pubblica il suo primo album dal titolo "Maria nazionale"; seguono "Addà passà a nuttata", "Dolci ricordi" (1995), "Napoli ti amo" (1996). Partecipa poi alla trasmissione Viva Napoli, in onda su Canale 5, dove presenta con successo "Santa Lucia Luntana".
Nel frattempo continua a studiare canto con Naymi Hachett e si esibisce a Concerto Italiano, in onda sulle reti Rai. Dopo la pubblicazione dell'album "O core e' Napule", la Nazionale debutta come attrice al teatro Sannizzaro di Napoli con "Pensieri di donna" scritto da Bruno Tabacchini per la regia di Alfonso Guadagni.
Nel '99 esce l'album "Sentimenti" e l'anno seguente torna in teatro (il Cilea di Napoli) come attrice di "Palummella zompa e vola" di Antonio Petito con la regia di Paolo Spezzaferri. Torna sul palco nel 2003, cantando e recitando in "Suggestioni sonore", una piece per cantanti e orchestra scritta e diretta da Beppe Vessicchio. Rappresentante della tradizione partenopea, Maria Nazionale arriva anche al grande schermo, recitando nel 2008 nel film napoletano Gomorra di Matteo Garrone, tratto dal libro-scandalo sulla camorra di Roberto Saviano

 

 
Dino De Laurentiis, the legend
Venerdi 7 Novembre 2008 ore 15:32


Dino De Laurentiis, the legend
«Nel cinema chi vuol mettersi in luce deve scegliere la zona d’ombra». E’ questa la frase che segna il passaggio da attore a produttore del famoso Dino De Laurentiis. Nasce così la sfolgorante carriera cinematografica di un uomo che è soprannominato “The Legend” dagli americani.
Nato a Torre Annunziata l’8 agosto del 1919, terzo di sette fratelli, Agostino (Dino) è figlio di un finanziere, poi diventato proprietario del pastificio “Moderno” nella nostra città, mentre la madre è titolare di un negozio di farine. Dino inizia a lavorare da adolescente prima vendendo spaghetti per le strade di Torre, e poi come piazzista per il pastificio di famiglia. Al termine degli studi di ragioneria, si trasferisce a Roma per frequentare il centro sperimentale di cinematografia, seguendo corsi di recitazione. Inizia, così, la sua brevissima carriera di attore, prima nel film “Orologio a cucù” con Vittorio De Sica e poi con “Troppo tardi t’ho conosciuta”. Nel ‘40 produce il suo primo film “L’ultimo combattimento” e, l’anno dopo, “L’amore canta”, muovendo i suoi primi passi nel mondo della produzione cinematografica. Nel ‘42 viene assunto dalla Lux Film di Roma come produttore esecutivo e frequenta Cinecittà. Sfortunatamente è richiamato alle armi e va a Trieste, dove organizza spettacoli per le truppe. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 ritorna a Roma e poi raggiunge Capri dove, con i registi Steno e Freda e lo scrittore Longanesi, riesce a vivere vendendo per un dollaro ogni bottiglietta riempita con le acque della Grotta Azzurra (la sua ingegnosità e fantasia la ritroviamo anche nelle piccole cose!). Rientrato a Roma nel ‘44, conosce Bianca Maria De Paolis, che sposa l’anno seguente ma dalla quale divorzia quasi subito (il matrimonio sarà anche annullato dalla Sacra Rota). Intanto nel ‘43 aveva prodotto “Il bandito” e successivamente fondato “La Dino De Laurentiis”. Importantissima nella sua vita la produzione della pellicola “Riso amaro” nel ‘49, che gli fa conoscere la sua seconda moglie, l’attrice Silvana Mangano. La quale gli dà quattro figli: Veronica, Raffaella, Francesca e l’unico maschio Federico che, purtroppo, scompare in un incidente aereo in Alaska nel 1981. La Mangano, distrutta dal dolore, si chiude in se stessa e muore otto anni dopo.
Ma facciamo un passo indietro e ritorniamo a Dino De Laurentiis che continua la sua carriera di produttore cinematografico con grandi film come “Napoli milionaria” (1950), “Guardie e ladri” (1951), “Totò a colori” (1952), il primo film a colori realizzato in Italia in collaborazione con l’altro grande produttore Carlo Ponti (Dino collaborerà anche con i più famosi registi italiani e stranieri). Seguono “L’oro di Napoli” e “Miseria e Nobiltà” nel 1954, poi “Guerra e pace” nel 1955. Ma è soprattutto con due film del regista Federico Fellini “La strada” nel 1954 e “Le notti di Cabiria” nel 1957 che De Laurentiis si aggiudica due Oscar, due Nastri d’Argento e per il secondo film anche il David di Donatello. Poi Dino produce nel ‘59 e nel ‘60 film come “La grande guerra”, “La dolce vita”, “Tutti a casa” (secondo David; il terzo lo avrà con “La Bibbia”, il quarto con “Banditi a Milano” e il quinto nel 2006 alla carriera). Dal ‘64 al ‘72 vive l’esperienza di “Dinocittà”, un ambizioso progetto per creare kolossal ma anche film d’autore; poi si trasferisce negli Usa (perchè in Italia, con la legge Corona, si finanziano solo film italiani al cento per cento), dove fonda la “De Laurentiis Entertainment Group”. Negli anni ‘70 è il produttore di “Waterloo”, “Serpico”, “I tre giorni del condor”, “Il giustiziere della notte” e “King Kong”. Nel decennio successivo altri successi come “Gordon”, “Conan il barbaro”, “Dune”, “L’anno del dragone” e “Velluto blu”. Negli anni ‘90 ottiene la preziosa collaborazione, come produttrice, della figlia Raffaella e trova anche una nuova moglie, anch’ella produttrice, l’americana Martha Schumacher. La sposa nel ‘90 dopo aver avuto da lei, due anni prima, la figlia Carolyna e, nello stesso anno del matrimonio, un’altra figlia, Dina. In occasione dei suoi 80 anni, nel ‘99, la figlia Raffaella fa pubblicare un suo libro “Messages of love”, dedicato al padre, con foto e dediche di colleghi, parenti e amici. Due anni dopo, nel 2001, esce il libro “Dino De Laurentiis, la vita e i film”, edito da Feltrinelli e scritto da Tullio Kezich e Alessandra Levantesi. Nello stesso anno è premiato nella notte degli Oscar e produce il film “Hannibal”, al quale seguirà nel 2007 “Hannibal, le origini del male”, mentre il Leone d’Oro alla carriera arriva nel 2003 (tre in totale, insieme ad una Palma d’Oro e a cinquantanove premi stranieri).
Oggi Dino De Laurentiis vive ad Hollywood (è oramai cittadino americano dal 1986). Non ha dimenticato, però, le sue origini, perchè nella sua splendida villa di Beverly Hills non manca il cuoco che sforna pizze napoletane. E poi trascorre ogni anno le sue vacanze estive a Capri. A questo punto sorge spontanea una domanda: sarà mai venuto a Torre, la sua città natale, in incognito? Forse non lo sapremo mai...
SALVATORE CARDONE

 

AMEDEO ARPAIA

Il Cap. Amedeo Arpaia, un ingegnere napoletano, comandava la 2a Batteria quella che il 16 settembre contrastò maggiormente il bombardamento degli Stukas lanciati sulla cittadina di Argostoli.

Il 22 settembre la batteria si trovava a San Teodoro, i cannoni furono colpiti uno ad uno, fu colpito anche il deposito munizioni, di conseguenza, anche le mitragliatrici non potevano più sparare, quindi la batteria si arrese.

Il 24 settembre il Cap. Arpaia prigioniero con tutti gli ufficiali della Divisione nella ex-Caserma Mussolini, fu raggiunto da un suo artigliere il quale lo supplicò di togliersi i gradi e di mischiarsi alla truppa nel cortile, Arpaia rispose: <<Grazie, ma debbo seguire i miei colleghi>> preferì la morte al sotterfugio. Fu, infatti, fucilato il giorno stesso alla "Casetta Rossa" sottobraccio al suo secondo Ten. Vilella ed al S. Ten. F. Poma.

Alfio Caruso - op. cit. - pp. 10 e 11, 137 e 138, 211 e 212, 231, 236.

 

 

  Cultura    
   
"La luna nel cuore", il libro di Ernesto Limito
Sabato 15 Novembre 2008 ore 16:25


"La luna nel cuore", il libro di Ernesto Limito
Con la sua opera prima “La luna nel cuore” Ernesto Limito è certamente l’ultimo scrittore annoverabile al parterre culturale oplontino. Affacciatosi alla ribalta, con tutte le carte in regola, Ernesto Limito, in questi giorni autunnali è presente nelle più importanti librerie nazionali e del vicino Canton Ticinese (Svizzera).
La sua opera, edita da Alberti & C. Editori di Arezzo, va allargandosi a largo raggio riscuotendo sempre più ampi consensi di critica. Nato a Torre Annunziata, già pittore autodidatta del genere fantastico surreale, mantiene la sua coerenza anche con questo scritto, alternando fasi reali alla fantasia. Convinto assertore dei prischi allori della nostra stupenda terra vesuviana, amandola ed accettandola con tutte le sue caratteristiche, in questo libro ne descrive tanti minimi dettagli. La storia è ambientata a Torre Annunziata, cittadina della fascia costiera del golfo partenopeo, ove è difficile vivere ma è un peccato morire. Un protagonista due vite: una in un tempo reale, l’altra completamente proiettata nella dimensione onirica. Sogno e realtà si fondono in una storia curiosa il cui protagonista si crea una doppia identità scindendosi tra la realtà quotidiana e quella creata sia nel sogno che nel web. Da un lato la consapevolezza di convivere con brutture e soprusi, ma felicitato da un paesaggio incantato e da una miriade di rievocazioni delle vestigia di un popolo laborioso, pregno di colorazioni particolari e di antichi sapori. Sull’altra sponda, invece, un altro incantamento; tutta un’altra storia, tanto più fascinosa quanto apparentemente verosimile:
- L’idillio fra Ettio e Lavinia, una stupenda ricostruzione di un passato che ritorna imperioso dall’antica Pompei -.
A giorni la presentazione sul nostro territorio di quest’opera letteraria che si lascia leggere tutta d’un fiato così come si lascia bere un fresco bicchiere d’acqua nella calura estiva.
NINO VICIDOMINI

 

 

 
Di Paola al vertice della Nato
Domenica 26 Ottobre 2008 ore 0:51


Di Paola al vertice della Nato
«Onore alle famiglie dei militari che sono come le chiglie delle navi: non si vedono, ma sono la struttura portante di ogni bastimento. Se si rompono crolla tutto». Questa frase è stata pronunciata da Giampaolo Di Paola, attuale presidente del Comitato Militare della Nato, in occasione del suo passaggio delle consegne, il 12 febbraio 2008, quando ha lasciato l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Difesa al generale Vincenzo Camporini. Ma chi è colui che ha pronunciato quella frase, che riassume e unisce efficacemente l’amore per la famiglia e per le navi, e quindi per il mare? Non poteva essere che un torrese!
Infatti Giampaolo Di Paola è nato nella nostra città sessantaquattro anni fa, il 15 agosto 1944. Figlio di un ufficiale della Marina in servizio a Taranto, è così descritto da un suo amico d’infanzia: “Negli anni ‘50 era un ragazzino riflessivo che portava spesso un cravattino alla Orson Welles; quando ha poi frequentato insieme a me l’accademia navale di Livorno collezionava distintivi d’onore, galloni sul braccio e venti e lode. La sua schiettezza e quella sua mania di dire sempre quello che pensa - e quasi sempre pensava la cosa giusta - non gli ha reso la vita facile”. Ma, nonostante ciò, la carriera di Giampaolo Di Paola è stata sfolgorante. Guardiamarina a ventidue anni, tenente di vascello a ventisette, capitano di corvetta a trentadue, di fregata a trentasei, contrammiraglio a quarantanove, ammiraglio di squadra a cinquantacinque. A trent’anni ha comandato il suo primo sommergibile, poi una fregata nel 1984-85 e l’incrociatore “Garibaldi” nel 1989-90. Intanto agli inizi degli anni ‘80 ha frequentato il Nato Defence College a Roma ed è stato ufficiale addetto al programma di guerra subacquea negli Usa, a Saclant, in Virginia. Nel periodo 86-94 ha ricoperto importanti incarichi nell’ambito del nostro Stato Maggiore della Marina. Dal 2001 al 2004 è stato segretario generale della Difesa, per poi essere nominato in quell’ultimo anno Capo Di Stato Maggiore della Difesa assumendo il coordinamento di tutte le missioni internazionali dell’Italia, dall’Iraq all’Afghanistan. Eletto il 14 novembre 2007, a Bruxelles, dai capi di Stato Maggiore di 26 paesi dell’Alleanza, come presidente del Comitato Militare della Nato, si è insediato in questo incarico a giugno 2008 e lo ricoprirà per tre anni. La sua vita militare è stata costellata da almeno una quindicina di decorazioni ed onoreficenze, tra le quali quelle di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Merito della Repubblica Italiana, The legion of Merit degli Stati Uniti, Commandeur de l’Ordre de la Legion d’Honneur ed de l’Orde National du Merit della Francia, oltre che la medaglia per la missione Onu per il mantenimento della pace in Kosovo.
Una carriera strabiliante, la sua, eppure Giampaolo Di Paola ha affermato, in un’intervista rilasciata nel marzo scorso “la mia ambizione non era neanche quella di essere un capo militare, ma di essere un artista”.
Davvero stupefacente la sua umiltà e sincerità! E in quella stessa intervista ha dichiarato anche la sua passione per ogni tipo di attività fisica. “Mi piace molto la montagna sia in inverno che in estate, l’attività subacquea, la vela, il volo in deltaplano, l’arrampicata sulle cascate di ghiaccio e il jumping con il paracadute, perchè è un modo di mettersi alla prova, di sfidarsi, di verificare fin dove si può vincere la paura”. Un uomo, un militare e uno sportivo tutto d’un pezzo! Un grande torrese che ci rende orgogliosi di essere figli di questa città e che dovrebbe essere un esempio per tanti giovani che corrono il rischio di “smarrire la retta via”.
SALVATORE CARDONE

 

 

 
Lanzetta, torrese e restauratore doc
Domenica 19 Ottobre 2008 ore 0:34


Lanzetta, torrese e restauratore doc
C’è un’altra Torre in giro per il mondo. Fatta di tanti nostri concittadini che hanno cercato fortuna altrove, sia in Italia che all’estero. Molti di essi sono divenuti famosi: basta ricordare Dino e Aurelio De Laurentiis, Tullio De Mauro, lo scomparso Michele Prisco; ma l’elenco potrebbe essere lunghissimo. Migliaia di altri torresi, pur restando nell’anonimato, hanno contribuito, con il loro lavoro, allo sviluppo culturale, economico, politico e sociale delle comunità nelle quali hanno vissuto e operato. Altri ancora, pur non diventando celebri, si sono distinti in diversi campi ed hanno “esportato” il loro ingegno ovunque. E’ proprio di uno di essi che vogliamo parlarvi, di un giovane che ha mosso i primi passi della sua carriera nella nostra città e che poi, per affermarsi definitivamente, è stato costretto ad emigrare in Umbria, ad Orvieto, dove vive. Si chiama Francesco Lanzetta e, nel suo genere, è un vero e proprio artista. Infatti è specializzato nel restauro e nella riproduzione di opere d’arte ed ha estimatori persino all’estero. Eppure ha cominciato come autodidatta, prima facendosi notare con mostre di suoi quadri (faceva parte del Gruppo Artisti Torresi) e poi, seguendo un corso di restauro per due anni presso gli scavi di Pompei. E’ stata questa la sua “scuola”, anche se l’arte ce l’aveva nel sangue (il padre Antonio e il nonno Pietro erano pittori dilettanti). E subito il suo talento è stato notato dal proprietario dell’hotel Principe di Pompei, che gli ha commissionato, vent’anni fa, due riproduzioni: un mosaico di fauna marina (il cui originale si trova al Museo Nazionale Archeologico di Napoli) e un affresco del Macellum di Pompei, scomparso da secoli, ma trasmesso ai posteri da un acquerello di un artista francese. Questi suoi primi “capolavori” sono esposti, da allora, nel noto albergo pompeiano. E anzi, a questo suo esordio artistico è legato un episodio curioso. Diversi anni dopo, una coppia di facoltosi americani ha potuto ammirare in quell’hotel le due opere di Francesco Lanzetta e ne è rimasta talmente entusiasta da effettuare una ricerca per rintracciare il suo autore, nel frattempo trasferitosi ad Orvieto. E quando ciò è avvenuto gli ha commissionato la riproduzione di tre affreschi antichi che, una volta realizzati, sono “volati” a bordo di un aereo fin negli Stati Uniti dove ora sono esposti nella lussuosa villa di quei “ricconi”. Ma altre riproduzioni realizzate da questo artista si trovano in luoghi più prestigiosi: una copia della statua “Uomo seduto”, il cui originale è negli scavi di Pompei, è stata acquistata dal Memorial Museum della Nuova Zelanda e una copia della statua del proconsole romano Marco Nonio Balbo, protettore dell’antica Ercolano (il cui originale è stato rinvenuto negli scavi di questa città), è visibile sulla terrazza di quegli scavi con a fianco una foto del nostro concittadino e la scritta “Calco a cura di Francesco Lanzetta, Orvieto”. E persino dalla Cina è stato contattato per la sua bravura nel riprodurre opere d’arte! Sarebbe riduttivo, però, limitare il suo campo artistico alla sola riproduzione di capolavori dell’antichità romana. Francesco Lanzetta è anche e soprattutto un bravissimo restauratore. Nella nostra città, infatti, ha restaurato gli affreschi adiacenti alla piscina della villa di Poppea, con scene di piante ed uccelli, tra cui un bellissimo pavone, un puttino con oca, una natura morta. Ma oltre a restaurare affreschi di Oplonti, è intervenuto per effettuare numerosi lavori di restauro negli scavi di Pompei (case dei Casti Amanti, del Gladiatore, della Caccia, ecc.) di Ercolano, nella villa 6 di Terzigno, nella cappella Caracciolo della chiesa di San Giovanni a Carbonara a Napoli. E poi, ancora, nel Palazzo Lateranense e nel museo archeologico di Roma, nel Colosseo, alla Fontana di Trevi e al ponte Sisto a Roma (di cui ha diretto il coordinamento dei lavori), e in tante città italiane tra le quali Orvieto, Assisi e Spoleto. E proprio in questi giorni ha ottenutol’affidamento dei lavori di restauro della Torre dell’Orologio ad Orbetello. Insomma questo “figlio di Torre” si è fatto onore nella nostra città, in giro per l’Italia e nel mondo. E rappresenta solo un esempio, uno dei tanti, del talento dei nostri giovani che, purtroppo, per potersi esprimere al meglio, sono costretti ad emigrare.
SALVATORE CARDONE

 

 

 

Michele Prisco, il cuore borghese di Napoli

Con Rea e Compagnone aveva formato una triade letteraria a presidio della città

 

Dopo la Ortese, dopo Compagnone, dopo Pomilio, dopo Rea, anche Michele Prisco se n' è andato. Della mia generazione a Napoli non è rimasto più nessuno, si è come interrotto il dialogo tra me e la città e certo si è affievolito. Da un po' di tempo questa contabilità degli amici che se ne vanno la tengo scrupolosamente. E tutti quelli che muoiono nella comune trincea della mia generazione, una trincea battuta dal nemico, in cui sono caduti di recente anche Ottieri, Pontiggia, del Buono, sono diventati miei sodali, come se quel che ancora ci divide, la barriera tra la vita e la morte, si fosse tra noi assottigliata fino a diventare quasi trasparente. Anche le morti ora hanno per me cadenze e ricorrenze simili a quelle dei numeri al lotto, suonano un tam tam che, per chi come me ha raggiunto una certa età, è impossibile non percepire. Oggi il tam tam annuncia la morte di Michele Prisco. Michele Prisco, insieme a Rea e a Compagnone, faceva parte della triade che presidiava (letterariamente) la città di Napoli. Loro erano «i residenti», quelli che erano rimasti, quelli che «non se n' erano andati», come me, come la Ortese, come Patroni Griffi, come Ghirelli, come Rosi. E ce lo rimproveravano, e noi rispondevamo con i nostri libri e i nostri film: guardate che vedere le cose da una certa distanza - Napoli compresa - non significa disertare. Questo dialogo che spesso era anche stimolante, almeno per noi, e che talvolta aveva portato qualche frutto, con la morte di Michele Prisco si è dunque interrotto. Della mia generazione a Napoli non ho più molti interlocutori, è come se il mio passato stesse pian piano svanendo, e mentre dico addio al buon Michele lo dico anche al me stesso di allora. Quando cominciammo a scrivere a Napoli, nel dopoguerra, erano Prisco e Rea i due contendenti, quasi un simbolo. Prisco l' anima borghese, Rea l' anima popolare. Uno mite, civile, misurato; l' altro furioso, brusco, estremo: questo per semplificare. Ma erano due poli che rappresentavano bene lo spirito della città. E quante volte questa rivalità, tra due amici che non potevano fare a meno l' uno dell' altro e che certo avevano grande stima l' uno dell' altro, aveva provocato battute e pettegolezzi e scontri verbali che divertivano il nostro piccolo rissoso circolo napoletano. Chi attizzava il fuoco era Compagnone, che scriveva epigrammi e anagrammi: per Rea «concluse col dire / Gesù fate lire»; oppure: «Domenico Rea, mendica oro»; per Prisco «subito dopo pranzo / un brano di romanzo». La nostra città, per fortuna, è come si vede vivace, non si risparmiano colpi, e anche Compagnone con Rea ebbe la sua parte ne Il mare non bagna Napoli della Ortese, che non risparmiò quasi nessuno di noi. Restano comunque due punti di vista che eternamente si confrontano, la Napoli vista dal basso (e dai bassi) e la Napoli vista dall' alto (e dal mare). Ma mi sono un po' lasciato prendere la mano ricordando un tempo che è ormai davvero passato. Voglio invece parlare dello scrittore Michele Prisco. È l' unico, tra noi, che conosceva a fondo l' arte di costruire un romanzo ben articolato, e aveva nel sangue la capacità di condurre una narrazione dove la trama e i personaggi funzionavano per due-trecento pagine tenendo il lettore legato al filo dell' attenzione. Di romanzi ne ha scritti molti e qualcuno veramente notevole, come Gli eredi del vento (1950), La dama di piazza (1961), Una spirale di nebbia (1966), Le parole del silenzio (1981), Il cuore della vita (1995) ed è famoso il suo esordio, quella Provincia addormentata che subito lo rivelò vero e autentico scrittore. Qui Prisco parla di un mondo quasi del tutto scomparso che viveva ai piedi del Vesuvio, un mondo dove si svolgevano riti e cerimonie di una molto piccola borghesia che Prisco non solo conosceva molto bene ma ha sempre amato di un amore struggente. Sembra a me che la motivazione profonda che ispira quasi ogni suo libro sia quella di ristabilire la continuità della nostra con le generazioni che ci hanno preceduti, riscattandone la memoria e raccontandone la «pura esistenza», senza troppe intrusioni ideologiche, rivendicative o populiste, una «pura esistenza» piena di cose da nulla, che sotto la penna dello scrittore diventano romanzesche, chiuse in un cerchio familiare e affettivo che niente, neppure la morte, riesce a spezzare. Raffaele La Capria Lo scrittore Michele Prisco è morto nella notte di ieri a Napoli, dove abitava. Aveva 83 anni, era nato a Torre Annunziata. Due anni fa era stato colpito da ictus. I funerali si terranno oggi, alle 11, nella chiesa di San Luigi a Posillipo. La biografia Michele Prisco era nato a Torre Annunziata nel 1920. Avrebbe dovuto fare l' avvocato, ma Enrico De Nicola lo sconsigliò. Giornalista, esordì in letteratura con La provincia addormentata (1949, Rizzoli come i successivi). Vinse il premio Strega nel ' 66 con Una spirale di nebbia, e il Campiello nel ' 96 con Il Pellicano di pietra

La Capria Raffaele

 

 

 

 

 

 

A tavola con... Nicola Sorrentino
Sabato 13 Dicembre 2008 ore 23:38

L’anno prossimo compirà cinquantacinque anni. Infatti è nato a Torre Annunziata nel 1954, ma risiede a Milano sin da quando si è iscritto all’Università degli Studi di quella città, alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Laureatosi nel 1981, si è specializzato in Scienza dell’Alimentazione e Dietetica nel 1985 e, quattro anni dopo, in Idrologia, Climatologia e Talassoterapia. E’ docente di Igiene nutrizionale e Crenoterapia presso la scuola di specializzazione in Idrologia medica dell’Università degli Studi di Pavia. Ma è innanzitutto conosciuto come “il dietologo dei vip”. Di chi stiamo parlando? Di Nicola Sorrentino, nato nella nostra città ma che ha fatto fortuna a Milano, dove si è affermato ed è diventato famoso per essere il dietologo delle tante “Very Important Persons” tra le quali figurano Daria Bignardi, Laura Pausini, Emilio Fede, Alba Parietti e persino il ministro Roberto Calderoli. Collaboratore di decine di testate giornalistiche (quotidiani e periodici), è spesso presente in televisione per parlare di diete, delle virtù terapeutiche della pasta o della pizza in trasmissioni sulle reti Rai, su quelle Mediaset e su La7. E’ autore di numerose pubblicazioni tra le quali “L’ABC dell’Antistress”, “La dieta BaSo”, “Psicodieta”, “Dizionario degli alimenti”, “Cellulite”, ma è soprattutto noto per il suo libro “La dieta dei Vip”. In questo volume alcuni vip, in una serie di interviste esclusive, fra un’indiscrezione professionale e un gossip privato, raccontano in quale modo, grazie a Sorrentino, riescono a mantenersi in forma con sacrifici davvero minimi. Al riguardo il noto dietologo ha affermato: «La dieta dei vip è un manuale prezioso per tutti, grassi e magri, giovani e meno giovani. Perchè a qualunque età un’alimentazione controllata consente di mantenersi sani e belli. Così anche i lettori di questo mio libro, guardandosi allo specchio, si sentiranno dei vip».
Ma quali sono i vantaggi di un’alimentazione corretta ed equilibrata? E’ sempre il dottor Nicola Sorrentino a dare la risposta: «Da essa dipende il giusto accrescimento, l’efficienza lavorativa, la resistenza alle malattie, la qualità della vita e la sua stessa durata, persino il buonumore». E ancora lui ci suggerisce che «per mantenere la forma fisica per chi non pratica sport, è necessario camminare ogni giorno venti minuti a passo spedito, salire e scendere le scale a piedi, andare in ufficio in bicicletta, scendere alla fermata prima o dopo della metropolitana o dell’autobus».
Ma Nicola Sorrentino è riuscito a compiere, con il suo ultimo libro, pubblicato quest’anno, dal titolo “La dieta BaSo”, un vero e proprio miracolo: il perfetto matrimonio tra buona cucina e dieta dimagrante, perché, per la prima volta, un libro di dieta è anche un libro di ricette gustose. Scritta in collaborazione con un famoso gastronomo, Allan Bay, questa pubblicazione riporta un mese di ricette ghiotte ed equilibrate, di piatti leggeri ed appetitosi, anche con indicazioni sul come procedere quando la dieta è finita. Dalla prima colazione al bicchiere di vino, dalla parmigiana di melanzane all’impepata di cozze, con tanti consigli per dimagrire, ritrovare la forma fisica e il sorriso, migliorare la propria salute. «Perché, chi l’ha detto che per perdere peso si deve anche perdere il buonumore?». Così afferma Sorrentino. E su “Mattinocinque”, condotto da Barbara D’Urso, il “nostro” dietologo dà consigli sulla pasta “buona, facile da cucinare e da digerire, mette di buonumore e non fa ingrassare; però deve essere poco condita e poco salata e soprattutto va mangiata al dente per masticarla di più”. E sulla pizza dà persino “le misure”: la vera pizza napoletana deve avere uno spessore centrale di 0,3 centimetri, un diametro di 35 centimetri e un cornicione di 1 o al massimo 2 centimetri; e anche le calorie: “600 per la margherita, 500 per la marinara e addirittura 800 per i quattro formaggi”. Infine ci svela anche i cibi afrodisiaci, distinguendoli tra quelli che danno solo impulso all’immaginazione erotica come le ostriche e gli asparagi e quelli scientificamente afrodisiaci come le spezie, il peperoncino, il cioccolato e persino... il sedano!
Insomma, quel ragazzo che frequentava “La soffitta”, un ritrovo per giovanissimi a piazza Cesàro, e che conserva ancora tanti amici a Torre (sul nostro giornale, qualche anno fa, c’era una sua rubrica) ne ha fatta di strada ed ora nel suo studio al corso Venezia n. 12, a Milano, fanno la fila in tanti, anche personaggi famosi, per mantenersi in forma e dimagrire seguendo i consigli di Nicola Sorrentino.
SALVATORE CARDONE

 

 

 

Attualità

 

 

Francesco Cirillo, torrese, è il nuovo vice capo della Polizia
Venerdi 28 Novembre 2008 ore 14:39

Il prefetto Francesco Cirillo (nella foto) è il nuovo vice capo della Polizia e direttore centrale della Polizia criminale. Subentra al prefetto Nicola Cavaliere, nominato vicedirettore dell´Aisi, l´Agenzia nazionale per l´informazione e la sicurezza interna.
Cirillo, direttore centrale per gli affari generali del Dipartimento di pubblica sicurezza, nato 59 anni fa a Torre Annunziata, è entrato in Polizia nel 1975. Dieci anni dopo, nell´estate del 1985, è stato inviato presso la Squadra Mobile della Questura di Palermo per le indagini connesse agli omicidi dei Funzionari di Polizia Giuseppe Montana e Antonino Cassarà e dell´Agente Roberto Antiochia.
Nel 1989, è Dirigente della Squadra Mobile della Questura di Napoli. Nel 1990, viene assegnato al Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale della Polizia Criminale quale Dirigente della Divisione Narcotici.
Nel 1993, Cirillo diventa Direttore del Centro Operativo D.I.A. (Direzione Investigativa Antimafia) di Napoli. In tale veste, ha portato a termine una complessa operazione contro il "clan dei Casalesi", conclusasi con l´arresto di numerosi affiliati, anche latitanti, ed il sequestro di beni di ingentissimo valore nella disponibilità della cosca operante nell´hinterland casertano.
Nel 1997, è promosso Dirigente Superiore della Polizia di Stato, con incarico di Direttore del Servizio Centrale di Protezione (tutela e gestione dei collaboratori di giustizia) della Direzione Centrale della Polizia Criminale.
Il 28 febbraio 2000, è nominato Questore di Salerno. L´11 agosto 2001, Questore di Palermo. Il 20 dicembre 2002, è promosso Dirigente Generale di P.S. e tre anni dopo, il 12 gennaio 2005, è nominato Questore di Bologna. Il 3 marzo 2008, è stato nominato Prefetto, con funzioni di Direttore Centrale per gli Affari Generali della Polizia di Stato presso il Dipartimento della pubblica sicurezza. E´ tornato al Viminale nel 2008.
(Apcom)

 

 

 

 

Attualità

 

 

 

 

Vittoria, finalmente un sorriso
Sabato 13 Dicembre 2008 ore 23:12

La sua storia è stata paragonata a quella del romanzo “Cuore” di Edmondo De Amicis. La protagonista però è una figlia di Torre Annunziata, Vittoria Esposito, dodici anni, conosciuta dai suoi concittadini per il premio assegnatole nell’anno 2007 come “Alunno più buono d’Italia”. E’ trascorso un anno e ancora si parla di lei, tutta l’Italia l’ha conosciuta, i mass media l’hanno definita bimba-mamma forte e coraggiosa che non si ferma davanti a niente. Tutta la sua vita e le testimonianze su di lei sono state raccolte nell’opuscolo distribuito dall’Associazione Armando Pucci, in memoria del padre scolopio e promotore del premio.
Era allieva del 1° Circolo Didattico “Giacomo Leopardi” quando fu premiata per le sue doti morali, civiche, umani e didattiche. Le sue giornate erano intense di lavoro: mattina allieva e ottima studentessa, di pomeriggio mamma dei suoi fratelli e infermiera della madre malata. Il destino però le gioca un altro brutto scherzo. Infatti, nel maggio 2008 la sua amata mamma “vola in cielo”
Come un buon pugile, Vittoria incassa un altro colpo e continua a lottare. Con lei, sempre al suo fianco, la famiglia della madre e il suo punto di riferimento, Giovanna De Falco, insegnante che ha vissuto in prima persona i dolori della piccola donna.
«Vittoria è una figlia della nostra terra - così esordisce in lacrime Giovanna De Falco, che nonostante non sia più una sua alunna, continua ad esserle vicina -. E’ una persona davvero speciale. Quando la guardavo, i suoi occhi non erano mai bagnati dalle lacrime, ma permeati solo d’amore e voglia di vivere. Sembrava che non conoscesse il significato della parola disperazione, anzi era sempre decisa ad affrontare la vita e ad esaudire i suoi sogni. Diceva sempre “da grande farò l’infermiera”. Quando la madre morì - continua la docente - Vittoria non si rese conto subito di quello che le stava accadendo. Ne prese coscienza solo in seguito ai funerali, quando scrisse una lettera di addio a sua madre. Parole struggenti. In seguito - conclude - per qualche giorno lei e la sorella Rita di tredici anni, furono ospiti a casa mia. Conservo ancora con affetto le sue ciabattine… e ancora ricordo quando mi chiedeva sempre: maestra e ora che fine faremo?».
Vittoria e i suoi fratelli hanno sempre avuto un sostegno dall’ex presidente del Tribunale, dott. Antonio Greco, che ha intercesso affinché le due sorelle non andassero in una casa famiglia ma presso i parenti; infatti, Rita, che soffriva di una malformazione al piede, ha da poco subito un intervento a Firenze eseguito dalla dottoressa Antonella Capasso, presidentessa della Croce Rossa Italiana. Attualmente vive con zia Ornella a Torre Annunziata. Il piccolo Antonio, di nove anni, abita con i nonni materni ed è iscritto all’istituto privato Bartolo Longo di Pompei. Vittoria, infine, vive con zia Lina a Torre del Greco e frequenta regolarmente la scuola media. E’ ancora un’allieva modello, con l’aiuto delle sue cugine studia molto.
Non sono mancati però gli aiuti di altre persone che hanno continuato a sostenere i piccoli Esposito e i bambini bisognosi di Telethon. Come le giornaliste di Radio Rai, Alma Grandin e Laura Pintus, che spediscono spesso kit scolastici e regali di vario tipo al 1° Circolo. Una scuola coinvolta in molte iniziative di beneficenza per aiutare i meno fortunati, organizzando vendite di oggetti creati dalle docenti guidate dal dirigente scolastico Pasquale Basso.
Vittoria, cresciuta troppo in fretta tra i banchi di scuola, ora non è più “donna di casa” ma una bambina di dodici anni, che gioca, studia e, fortunatamente, comincia anche a sorridere. Ora potrà trascorrere il Natale scartando i regalini sotto l’albero, e anche se lontana dai fratelli e dai suoi genitori, è libera di rincorrere la sua “vittoria”, perché come in ogni romanzo che si rispetti, la storia dell’eroina ha sempre un lieto fine.
ENZA PERNA

 

 

 

 

Patrizia Pellegrino (Torre Annunziata28 luglio 1962) è un'attrice, conduttrice televisiva e showgirl italiana.

Biografia [modifica]

Debutta al cinema già nel 1981 in Onore e guapperia di Tiziano Longo, tuttavia la sua attività cinematografica si limiterà sempre a film di scarsa qualità. In televisione, debutta con Peppino Di Capri in Odeon e viene scelta da Luca De Filippo come protagonista della fiction Petrosinella. Svolge anche una breve carriera di cantante con la sigla Bang! di Gran Canal.

Come conduttrice, ha successivamente presentato Chewing gum show, Night and Day, Chi tiriamo in ballo, Il piacere dell'estate e Sereno Variabile.

Dalla fine degli anni ottanta si dedica con successo al teatro, dove finalmente può recitare in ruoli più "seri".

Dopo aver incassato un modesto successo con la piéce di Sandro Mayer Bivio d'Amore, nel 2004, nonostante avesse più volte definito i reality show come "noiosi e volgari", partecipa alla seconda edizione de L'isola dei famosi.

Patrizia Pellegrino ha tre figli: Tommaso e Arianna (avuti dall'ex marito Pietro Antisari Vittori) e Gregory, adottato, la cui vicenda è documentata nel libro autobiografico Per avere Gregory.

A Ottobre 2008 si sposa con l'imprenditore Stefano Todini.

Filmografia [modifica]

Ernesto Bergamasco (Torre Annunziata, ...) è un pugile italiano olimpico, pluricampione e professionista.

Cenni biografici [modifica]

È cresciuto a Torre Annunziata, dove è nato. Da dilettante ha difeso i colori Italiani in molteplici competizioni internazionali tra cui competizioni europee, Giochi del Mediterraneo e Olimpiadi; Fondatore e gestore di uno dei più noti club di pugilato dell'area vesuviana, la Pugilistica Oplonti, come allenatore ha portato sul ring molti pugili di grosso valore, tra cui il figlio Raffaele Bergamasco, pluricampione italiano, e tra i professionisti Alfonso Pinto vice campione Olimpionico ad Atene 2004 e Pietro Aurino, impegnato a Londra nel 2002 come sfidante alla conquista fallita del titolo mondiale dei pesi massimi leggeri

 

Sàntolo Cannavale

Nato a Torre Annunziata (Napoli) in data 11 aprile 1948.

Dal 1977 vive a Nocera Inferiore (Salerno), laboriosa città ben posizionata tra Napoli e Salerno.

Ha conseguito la laurea in Economia e Commercio nel 1973.
Nello stesso anno ha avviato il suo percorso professionale al Banco di Napoli. Prima sede di lavoro: Milano; ultima esperienza a Salerno, presso la Direzione di Area Campania Sud - Basilicata, in qualità di Coordinatore attività finanziarie/ Responsabile risparmio gestito.

Ha scritto svariati articoli a sfondo economico-finanziario (vedi Il Denaro, “Costozero” di Assindustria-Salerno, rivista HYRIA).

Coniugato con due figli: Raffaele di 28 anni e Salvatore di 25 anni.

Hobby: lettura, ciclismo e giardinaggio praticato sulle falde del Vesuvio, con gradevole vista del Golfo di Napoli e della Penisola sorrentina.

Link:

www.santolocannavale.it

 

La Doria SpA – Angri
Azienda del Sud quotata in borsa: opportunità per giovani studenti


19/12/2008 - I giovani, le aziende in Campania, la borsa valori


Nella foto a lato: la Borsa valori di Milano


Il 18 maggio 2006 ho scritto un articolo sull’approvazione del bilancio 2005 della Società conserviera “La Doria SpA” di Angri, di cui possiedo un pacchetto di azioni essenzialmente per finalità di studio. E’ possibile consultarlo sul mio sito internet www.santolocannavale.it nella medesima data del 2006.

La prima parte dello scritto riguarda l’analisi tecnica del bilancio e le valutazioni sui risultati aziendali conseguiti nel 2005.
Richiamo l’attenzione sulla seconda parte dell’articolo che, per comodità di consultazione, riporto di seguito. E’ di supporto per rilanciare un messaggio che ritengo utile e doveroso.

“L’assemblea degli azionisti ha approvato all’unanimità il bilancio 2005 del Gruppo La Doria, chiuso con un utile netto di 10,9 milioni di euro, rispetto ai 5 milioni del 2004. Da evidenziare la plusvalenza di 5,6 milioni di euro registrata dalla società a seguito della dismissione della partecipazione di minoranza (24,73%) nella società Delfino SpA. Senza detta plusvalenza (non ripetibile) il risultato netto del 2005 sarebbe stato in linea rispetto a quello conseguito nell’anno precedente.
Agli azionisti sarà riconosciuto un dividendo di 4,442 centesimi per azione, con stacco della cedola n.10 il 29 maggio e pagamento dal 1° giugno 2006.

Solo undici erano gli azionisti presenti in assemblea, di cui dieci esponenti della famiglia Ferraioli che detiene il 70 per cento del capitale della società; l’undicesimo – lo dico sottovoce anche per la esiguità del pacchetto di azioni esibito – era il sottoscritto.
Di fatto è stata un’assemblea svolta in famiglia, pur alla presenza di un notaio, di numerosi esponenti del mondo bancario, di giornalisti ed addetti ai lavori.

Lo scarso numero di partecipanti è motivo di rammarico, circostanza che ho inteso sottolineare pubblicamente in quella sede, coniugando detto sentimento con la positiva valutazione della gestione aziendale.

La Doria di Angri è l’unica azienda con sede sociale ed operativa nel Mezzogiorno quotata alla Borsa valori di Milano e la partecipazione all’assemblea per l’approvazione del relativo bilancio è un’occasione importante per vivere un evento finanziario di rilievo nazionale e per “vedere da vicino” una interessante realtà industriale i cui soci nel 1995 ebbero il coraggio di fare il grande passo, iscrivendo il proprio nome nel prestigioso listino di Piazza Affari a Milano.

Dico coraggio, poiché molti industriali italiani, anche di grosso peso, si tengono alla larga dal listino ufficiale di Borsa per non esporsi, evitando di rendere conto al grande pubblico di investitori ed analisti finanziari delle scelte gestionali operate, dei risultati registrati, della destinazione data agli utili conseguiti, evitando di dover rispondere alla Consob - Commissione nazionale che vigila su società quotate e Borse - ma, allo stesso tempo, rinunciando ad un’ampia visibilità della propria azienda ed alle opportunità di agevole finanziamento dei programmi di investimento.

La scarsa partecipazione di piccoli azionisti alle assemblee di società quotate in borsa è riconducibile, in linea generale, alla mancanza di specifica cultura finanziaria e di adeguata comunicazione.
I giovani studenti, in particolare, avrebbero molto da apprendere presenziando ad un’assemblea di bilancio di una società quotata in Borsa. Sarebbe un’esperienza di grande momento conoscitivo e formativo.

Gli Istituti tecnico-commerciali, le Università con corsi di laurea in economia (tra esse Napoli e Fisciano) dovrebbero sollecitare in tal senso gli studenti, invogliandoli a partecipare alle assemblee di società quotate, nel nostro caso La Doria SpA, consentendo loro di cogliere una preziosa opportunità.

L’investitore non è più obbligato a comprare un “lotto minimo” di azioni quotate in Borsa, che potrebbe richiedere, comunque, uno sforzo finanziario non sostenibile da parte di un giovane studente; oggi è possibile comprare anche un solo titolo azionario dell’azienda prescelta (il costo di una azione La Doria , ad esempio, è di circa 2,5 euro).

Le banche potrebbero contribuire alla crescita culturale in campo economico e finanziario di studenti e giovani professionisti, agevolandoli nell’acquisto di titoli azionari, anche in quantità minima, evitandogli i costi connessi alla tenuta del conto di deposito.

In tal modo propizierebbero anche una migliore conoscenza e valorizzazione della rete di aziende italiane ed una più avveduta gestione del risparmio. Sarebbero ripagate con un miglioramento della loro immagine complessiva e con la riconoscenza dei giovani clienti di nuova acquisizione.”

Fin qui la seconda parte del mio articolo risalente a maggio 2006.

Alcuni docenti in materie economico-aziendali delle Università di Napoli e Fisciano, a più riprese intrattenuti sul tema, hanno convenuto sulla opportunità ed utilità per i giovani studenti campani di partecipare all’assemblea annuale per l’approvazione del bilancio de “La Doria SpA”, una delle pochissime società per azioni meridionali quotate in borsa.

Ritorno sul tema, ribadendo che non capita tutti i giorni avere “sotto casa”, quindi “raggiungibile anche in autobus”, una società per azioni di notevole spessore industriale, operante su mercati internazionali e quotata alla borsa valori di Milano.
Abitualmente, occorre spostarsi nel nord dell’Italia per partecipare ad una istruttiva assemblea di società per azioni quotata in borsa, con costi non sempre sostenibili per uno studente.

Rinnovo, pertanto, con ampio anticipo la mia sollecitazione rivolta a studenti e giovani professionisti interessati (del territorio campano, in primis) a sfruttare questa comoda opportunità, dotandosi di un pacchetto di azioni o anche di “una sola azione” della società conserviera “La Doria SpA” per essere ammessi a partecipare alla prossima assemblea indetta presso la sede sociale di Angri, nella primavera 2009, per l’approvazione del bilancio 2008.

L’attuale andamento delle borse mondiali (compresa quella italiana), con indici in calo anche del cinquanta per cento rispetto all’inizio del 2008, sconsiglierebbe di affrontare temi collegati all’acquisto di titoli azionari.

Dato per scontato che le crisi di mercato prima o poi vengono superate, è opportuno sottolineare che se è sbagliato puntare su titoli azionari in periodi di crescita sconsiderata dei listini, può essere saggio acquistare azioni di primarie società quotate, in periodi nei quali i valori risultano ultrascontati, come quello che stiamo vivendo nell’ultimo trimestre del 2008.
Nel caso specifico, un’azione de “La Doria SpA” oggi, 16 dicembre 2008, si acquista in borsa con un euro e 5 centesimi, rispetto ad un prezzo massimo di 1 euro e 75 centesimi registrato il 16 maggio 2008.

Val la pena rammentare che, in generale, dietro un titolo azionario vi è un’azienda che produce beni o servizi, offre lavoro a centinaia di persone, sostiene altrettante famiglie e contribuisce a muovere l’economia del Paese.

Sàntolo Cannavale

www.santolocannavale.it




La Doria SpA - Titolo azionario quotato alla Borsa di Milano - Segmento ALLSTARS (Segmento titoli con alti requisiti) – Dal sito internet: www.borse.it







Borsa di Milano – Indice azionario - Segmento ALLSTARS – Dal sito internet: www.borse.it





 

 

25/12/2008 -

Nella foto a lato ripresa da internet: Bretton Woods, nello stato del New Hampshire (USA)


Articolo di Giuseppe Mammarella riportato dal sito internet: ilmessaggero.itilmessaggero.itErrore. Riferimento a collegamento ipertestuale non valido.bp3.blogger.comErrore. Riferimento a collegamento ipertestuale non valido.

Errore. Riferimento a collegamento ipertestuale non valido. Invia quest'articolo

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Mercati azionari, i numeri dell'orribile 2008
In Europa persi 4.000 miliardi


04/01/2009 -

Nella foto a lato ripresa da internet: sede di Lehman Brothers, sulla 6th Avenue a New York, la banca americana fondata 158 anni fa ed avviata al fallimento il 15 settembre 2008


Si chiude l'anno più pesante nella storia dei mercati mondiali
A Piazza Affari l’indice Mibtel ha lasciato sul terreno il 48,5 per cento


Per ritrovare una crisi con un impatto così profondo e devastante bisogna riandare indietro al periodo della Grande Depressione


Con le sedute del 30 e 31 dicembre 2008 si chiude l'anno più nero nella storia delle Borse mondiali.
Il 2008 ha cancellato circa 4.000 miliardi di euro dai listini del Vecchio Continente e ha portato Piazza Affari a valere la metà rispetto a un anno fa.
E’ la conseguenza del crollo dei mercati, a seguito della crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti, ma generato anche da imperdonabili carenze e superficialità nelle attività di controllo, dall’incapacità di neutralizzare i settori finanziari malati e gli operatori inaffidabili e dalla presunzione secondo cui i mercati sarebbero riusciti ad autoregolarsi.

Repubblica.it in un suo commento del 30 Dicembre 2008 (1) fotografa la situazione dei mercati finanziari.

Piazza Affari, come detto, vale la metà rispetto a un anno fa, e appena un quarto (23,4%) del Pil, quando a fine 2007 era al 47,8% e nel 2000 valeva ben il 70% del Prodotto interno lordo.
Da inizio anno l'indice Mib, il riferimento storico della Borsa Italiana, ha perso il 48,7%. Il Mibtel ha lasciato sul terreno il 48,5% e l'indice S&P/Mib ha ceduto il 49,5%.
Tra le grandi Borse mondiali hanno fatto peggio solo Amsterdam (-52%) e Shanghai (-65%).

Nella fuga dalle azioni, a Piazza Affari hanno vissuto un vero e proprio boom le obbligazioni e i titoli di Stato, con scambi sul Mot in crescita del 18,2% nel corso dell'anno. Qui il controvalore complessivo ha raggiunto però appena i 175,9 miliardi di euro di scambi, rimanendo ancora ben lontano dagli scambi per 1.028 miliardi segnati dal comparto azionario.

La misura di un nervosismo ormai alle stelle può essere facilmente dedotta dal dato sulla volatilità dell'indice Mib, più che raddoppiata nell'anno, passando dal 12,5% del 2007 al 30,5% di fine 2008.
E nell'altalena dei mercati, ottobre si è piazzato come il mese più volatile della storia del mercato italiano.

L'anno orribile si è chiuso con 300 società quotate a Piazza Affari, 336 includendo le internazionali, con una capitalizzazione complessiva di 372 miliardi di euro.
Per il listino gli scambi risultano in tenuta relativa, con 69,2 milioni di contratti e in flessione del 4,6% rispetto al totale del 2007.
E nell'anno del crac Lehman e di vendite guidate soprattutto sui bancari, l'azione più scambiata è stata Unicredit (oltre che una delle peggiori del listino), con un totale di 163,2 miliardi, pari al 15,9% del totale.

Il clima incerto non ha favorito le quotazioni: solo sette matricole di piccole e medie dimensioni hanno esordito sul listino, con una raccolta complessiva di appena 132 milioni di euro.
Quattro debutti si sono registrati sul mercato Expandi e due sull'Mta (uno sullo Standard e uno sul segmento per le società di investimento, Mtf3). Infine una società è stata oggetto di offerta istituzionale sul Mac.
Più in generale a Piazza Affari sono stati raccolti 7,5 miliardi di euro nel corso di 15 operazioni di aumento di capitale. Mentre in 21 offerte pubbliche di acquisto (Opa) sono stati 'restituiti' agli azionisti 3,8 miliardi di euro.

Le altre Borse. Un dato su tutti: l'indice Dj Stoxx 600 è crollato del 46%. Con l'eccezione della Grande Depressione degli anni '30, nei libri di storia non si ha traccia di una crisi con un impatto così devastante e duraturo sulle Borse mondiali come quella partita nell'estate di un anno fa con i mutui subprime negli Usa e propagatasi al mondo intero con il contagio all'economia reale e la recessione simultanea di Europa, Stati Uniti e Giappone.

Lo dimostrano tutti i termometri dell'andamento delle Borse mondiali: sia l'indice globale Morgan Stanley World, sia il Morgan Stanley per l'area dell'Asia-Pacifico hanno ceduto il 43%. Si tratta, come per il Dj Stoxx 600, delle peggiori performance mai registrate da quando gli indicatori sono stati introdotti.

A New York, occorre risalire agli anni '30, nel bel mezzo della Grande Depressione, per trovare l'unico risultato in grado di battere il disastroso - 40% realizzato quest'anno dallo S&P 500: era il 1931 e in quei 12 mesi l'indice arrivò a perdere il 47,2%.
Lo S&P 500 scese per quasi tre anni, dal crollo di Wall Street del '29 fino alla metà del '32, perdendo complessivamente l'86,2%.

Per le Borse più importanti del globo questo 2008 da incubo - segnato da eventi inimmaginabili come il crac di Lehman Broters, la maxi-truffa dall'ex presidente del Nasdaq, Bernard Madoff, il massiccio intervento di Stati e Banche centrali a sostegno dell'economia - ha generato perdite comprese tra il -32% di Londra e l'oltre -60% degli indici cinesi.

Partendo dal resoconto puntuale di Repubblica.it, viene da chiedersi: quali saranno i tempi di ripresa dei mercati? Giova riconsiderare il punto di vista di Warren Buffet, acuto finanziere americano, indipendente e non allineato alle dichiarazioni di facciata della politica.

Buffet, in occasione di un'intervista televisiva del 21.11.2008, prende le distanze da quanto sostenuto dalla Federal Reserve e da altri economisti ed esprime la preoccupazione che "l'economia americana non si riprenderà nella seconda parte del 2009, per uscire dalla crisi sarà necessario più tempo".

L’intervista è commentata da Riccardo Designori in un suo articolo su MilanoFinanza (2). Egli sottolinea: Se dunque l'indiscusso Guru degli investimenti a lungo termine anche questa volta ha ribadito di non essere preoccupato da qui a cinque anni, il discorso cambia se si sposta l'orizzonte temporale ai prossimi cinque mesi che "potrebbero essere molto dolorosi, così come l'intera prima parte del 2009".

Il presidente della holding Berkshire Hathaway per questo motivo ha predetto un tasso di disoccupazione "considerevolmente più elevato del 6,5% indicato dalla Federal Reserve per giugno del prossimo anno". Valore già peraltro raggiunto nella rilevazione di ottobre del dipartimento del lavoro Usa.

La visione di Buffett contrasta con quella del presidente della Fed di Richmond, Jeffrey Lacker, che aveva sostenuto plausibile ritenere che l'economia statunitense "possa riprendersi nel corso del 2009 con le spese al consumo che potrebbero aumentare una volta che le incertezze sul mercato del lavoro si saranno affievolite."

L'economista della Banca centrale a stelle e strisce, citando la politica monetaria stimolativa, aveva individuato nel calo dei prezzi dell'energia e nelle minori pressioni sul mercato immobiliare altri fattori che avrebbero potuto risollevare le sorti economiche americane.

Ultimo tema trattato nell’intervista, particolarmente legato alle sorti attuali dell'economia, è stato quello politico. Buffett ha sostenuto che il presidente eletto Barack Obama "sarà un fantastico presidente". I punti di forza individuati dal finanziere sono la sua decisione e la capacità di dialogare con il popolo americano". Due doti che a detta di Buffett lo rendono "l'uomo giusto in cui credere in questo momento".

Fin qui il resoconto dell’intervista da parte di Riccardo Designori.

Le vicende vissute nei ultimi mesi confermano che l’economia americana, nel bene e nel male, influenza e condiziona fortemente il resto del mondo.
Il crollo delle borse del 2008 ha dato ulteriore dimostrazione della crescente interdipendenza dei mercati finanziari a livello mondiale e della necessità di coordinamento tra tutti i Paesi che si richiamano ai principi dell’economia di mercato.
A questi principi si ispirano, a ben vedere, anche Cina e Russia nella definizione dei propri programmi di sviluppo.

E’ opportuno monitorare l’andamento dell’economia americana e di quella europea, ma è importante osservare gli sviluppi dei Paesi che, salvo stravolgimenti imprevedibili, contribuiranno in maniera determinante a scrivere la storia economica dei prossimi decenni, in primo luogo: Cina, India, Brasile e Russia.

Sàntolo Cannavale

www.santolocannavale.it


(1) Articolo Repubblica.it,
http://www.repubblica.it/2008/12/sezioni/economia/borse-12/borse-2008/borse-2008.html

(2) Articolo di Riccardo Designori,
http://www.milanofinanza.it/news/dettaglio_news.asp?id=200811212049149256&chkAgenzie=TMFI
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Borsa di Hong Kong (Repubblica Popolare Cinese) Indice Hang Seng, dal 2004 al 2008 – Valore al 31.12.2008: 14.387,48
Grafico riportato dal sito internet: it.finance.yahoo.com


















Borsa di Bombay (India)) Indice BSE SENSEX - a 5 anni – Valore al 31.12.2008: 9.647,31
Grafico riportato dal sito internet: it.finance.yahoo.com



















Borsa di San Paolo (Brasile) Indice “IBOVESPA.SA” - a 5 anni – Valore al 30.12.2008: 37.550,31
Grafico riportato dal sito internet: it.finance.yahoo.com

























 

 

 

Il campione di Muay Thai Ciro Gallo ospite a Cava
Ciro Gallo :"Saro' felice di presentare a Cava uno dei miei Guinnes: la rottura di 790 tegole di cemento con testa, mano e tibia destra"


Il professor Maestro Gerardo Baldi dell'accademia Beautyform Energy intervista, per CavaNotizie.it, Ciro Gallo capo del Gallos Camp International of Muay Thai e direttore tecnico della Campania IMTE/WMC/IFMA.

INTERVISTA A CIRO GALLO

(M. Gerardo Baldi): Ho seguito e sperimentato il metodo usato da Ciro Gallo con le metodologie di allenamento dei reparti militari. Special Forces Fighting Skills (Corpi Speciali Inglesi). Fondamentale nelle tecniche e' la "testa". Da cui il nostro corpo riceve gli impulsi ed e' capace di trovare le soluzioni giuste per non soccombere.

Ciro, dove sei nato e qual e' stato il tuo primo approccio con le discipline marziali?

"Sono nato a Torre Annunziata negli anni '60. Iniziai a praticare le Arti Marziali all'eta' di 11 anni con il Kung Fu, Wing Chan Kuen sotto la guida del sifu Carlo Gaetano Mazzacano di Montepertuso, Positano (SA), un maestro duro e severo. All'eta' di 16 anni lasciai l'Italia per fare nuove esperienze ed applicare cio' che avevo imparato negli allenamenti. Cominciai prima come mercenario e poi come incursore nei corpi speciali, ancora oggi sfrutto le mie conoscenze per proteggere personaggi importanti come Al Fayhed, il capo della famosa HARRODS londinese. In particolare conobbi la muay thai proprio in Thailandia con il maestro Mungsarin che mi fece fare sparring con un ragazzo di 14 anni, e nonostante la mia esperienza nei combattimenti, ebbi una sonora sconfitta. Continuai ad allenarmi in Inghilterra sotto la guida di Nigel Howlett e del famoso Matt Skelton, combattente del K-1, dopo 3 mesi di duro allenamento vinsi il titolo europeo della sigla I.F.C.F.(International Freestyle Combat Federation). Tornato in Thailandia e dopo esservi rimasto per un breve periodo, ritornai in Europa, dove vinsi il titolo mondiale a Parigi e battendo 4 Guinness mondiali".
Qual e' stato il percorso che ti ha portato alla vittoria dei titoli mondiali?
"Per vincere i titoli mondiali, mi sono allenato duramente a Hemel Hempstead in Inghilterra sotto la guida di Nigel Howlett, con Matt Skelton. 3 mesi, Io e Matt vincemmo agli europei al Picketts Lock Stadium a Londra combattendo contro 4 avversari. Poi il maestro Mungsarin venne a Manchester e io mi spostai li' per allenarmi con lui. Dopo circa 2 mesi, ritornammo a Pattaya dove ebbi l'opportunita' di fare sparring con Fanta Attapong. A Bangkok e nella provincia di Chang Mai, su 12 incontri ne vinsi 10 e ne persi 2. In seguito ritornai a Manchester dove mi allenai per vincere il titolo mondiale. Mi affrontai con Thaishi Payacurum a Parigi, un avversario forte e con molta esperienza. Vinsi alla 5^ ripresa grazie ad una ginocchiata al mento. Tra noi nacque una grande amicizia che dura ancora oggi che lui e' diventato capo della polizia a Tokyo".
Parlaci dei tuoi guinness.
"L'anno scorso ho vinto il mio 5 record mondiale riuscendo a correre per 10 km con 100 kg sulle spalle.
1997 Harley Davidson 400Kg sullo stomaco Emel Hempstead
2001 Rottura con mano di 790 tegole di cemento Emel Hempstead
2002 Passaggio di Camion da 7500 Kg sullo stomaco Glasgow
2002 365 kg sullo stomaco disteso su di un letto di chiodi Emel Hempstead
2007 Corsa di 10 km con 100 Kg sulle spalle in 1h e 58m Watford
".
Ogni anno a luglio, l'accademia Beautyform Energy organizza a Cava de Tirreni, un grande evento sportivo che si chiama 'Fitness Dance Mania' dove partecipano non solo scuole di arti marziali ma anche il meglio del fitness regionale. Desidererei per quel grande evento che tu fossi presente con uno dei tuoi guinness, dove vengono spaccate 790 tegole di cemento con testa, mano e tibia destra.
"Sara' un piacere dedicare ai cavesi qualche performance"

Ciro Gallo sara' il prossimo giugno in America per un combattimento estremo in una gabbia chiusa dove, affrontera' cinque avversari. In questo tipo di combattimento si puo' usare qualsiasi tipo di colpo, anche testate.

http://ospedaleincurabili.jimdo.com http://gabrieletedeschi18591936.jimdo.com http://insiemepertorre.jimdo.com

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