Torre Annunziata : foto che raccontano un pò della sua storia
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#TORRE ANNUNZIATA
E un comune della Campania, provincia di Napoli, con 48.011 abitanti. Alle pendici meridionali del Vesuvio, si affaccia sul golfo di Napoli. Sorge a 10 metri sopra il livello del mare. Stazione termale e balneare, in passato fu la capitale dell'arte bianca, e sede di industrie metalmeccaniche e altre, tante e tali che fu appellata sia la Manchester del Sud che la Sesto San Giovanni del Mezzogiorno. Oggi ospita industrie nautiche e farmaceutiche.
Storia
In epoca romana il luogo era chiamato Oplonti, sobborgo di Pompei, residenza estiva dei patrizi romani, soggiorno per cure termali. Il periodo storico di Torre comincia il 19 settembre 1319, con un documento redatto in Aversa da B. Capua, pronotaro del regno di Sicilia con il quale Carlo d'Angiò concedeva quattro moggie di terra su richiesta dei cavalieri: Guglielmo da Nocera, Matteo Avitabile, Puccio Francone ed Andrea Petrucci per il loro desiderio di erigere una cappella da dedicare alla vergine Annunziata in località calcalora. La storia prosegue con il 1415 anno in cui la regina Giovanna II d'Angiò dona il feudo a Nicola d'Alagno, che a causa della lite sorta con il conte di Nola Raimondo Orsini il quale vantava diritti sui luoghi avendovi costruito una torre per difesa, giunge ad un accordo, versando la somma di 600 scudi d'oro così diventando, il 4 agosto del 1419 il primo feudatario. Successivamente il figlio Ugone ampliò i confini costruendo a nord una torre tuttora esistente, chiamata torretta di Siena. Il figlio di questi Nicola II completò il castello del nonno, restaurando la torre degli Orsini e donando, il 29 novembre 1498 la chiesa ed il convento ai padri Celestini che la ressero sino all'abolizione degli ordini religiosi avvenuta nel periodo napoleonico. Successivamente, per mancanza di eredi diretti il feudo passò alla sorella Luisa e dal di lei figlio Goffredo Galluccio quindi nel 1517 a Manfredino de Bucchis, ma il figlio di questi, Tiberio non gli sopravvisse di molto e morendo senza lasciare eredi furono i due fratelli germani: Giacomo e Vincenzo a spartirsi il feudo: il primo ottenne la parte occidentale all'altro quella orientale. Nel 1618 il conte P.F. Colonna, marito di quella Maria Tuttavilla ne divenne signore, unendolo all'altra metà appartenuta agli eredi di Scipione Bucca. A lui successe il figlio Pompeo, che per aver parteggiato con i francesi nella rivoluzione di Masaniello del 1647, fu costretto nel 1649 a fuggire la repressione spagnola, perdendo i suoi diritti sul feudo che il Regio Fisco prima sequestrò e poi vendette nel 1662 al principe Maffeo Barberini. Nel 1705 il principe Urbano Barberini vende il feudo a Giuseppe Massarenghi che l'acquista per conto della figlia primogenita Maria che sposò don Gerardo Dentice, l'ultima famiglia feudataria di Torre Annunziata. Dal 1810 al 1815 Torre Annunziata divenne Gioacchinopoli, regnando a Napoli Gioacchino Murat; nel 1806 regnante Giuseppe Bonaparte cessò ogni dominio feudale. Si aggregarono al comune di Torre Annunziata le frazioni Oncino e Grazie. Il 13 aprile 1928 si costituì il comune autonomo di Pompei, Torre Annunziata cedette le frazioni La Civita di Valle e Pontenuovo, ovvero l'intero territorio degli Scavi archeologici di Pompei fino al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. Il 1943 fu l'anno della crisi dell' arte bianca. Nel 1946 i comuni di Boscotrecase e Boscoreale, aggregati in precedenza alla Grande Torre Annunziata, seconda città della Campania per popolazione e sviluppo, riottennero l'autonomia, la richiesta di compensazione territoriale con l'aggregazione delle frazione Santa Maria La Bruna e di Trecase, all'epoca frazione di Boscotrecase non ebbe esito.
Da vedere
Villa A, Villa di Poppea - oplontis doveva essere quello che Portofino e Capri sono per noi oggi. Un richiamo per nobili. Ma l’eruzione del Vesuvio ha cancellato le sue tracce e il suo nome è stato dimenticato per essere trasformato in quello di Torre Annunziata Eppure Oplontis, ormai stretta tra i condomini, è ancora lì, bella e dimenticata e a chi la visita suggerisce come doveva essere quando ospitava la Roma bene. Tra i suoi frequentatori annoverava infatti anche Poppea, la moglie di Nerone. Imponente villa, scoperta durante lo scavo della trincea per la costruzione della strada ferrata in prosecuzione da Portici verso Torre Annunziata, è quella di Caio Siculi. Fu riseppellita e troncata in due per detta strada ferrata, i reperti rinvenuti furono trasportati al Museo archeologico nazionale di Napoli.
Saline Erculee - lungo la costa verso la foce del Sarno sorgeva il pago delle saline, il sobborgo delle cave di sale, il sito attualmente è chiamato rione La Saliera, il toponimo si è mantenuto nel tempo.
Petra Herculis - antico nome col quale era chiamato l'odierno Scoglio di Rovigliano, un isolotto di pietra calcarea al largo della fascia di costa di Torre Annunziata nei pressi della frazione di Rovigliano. E' vicino allo scoglio che si tramanda essere stata trovata l'icona della Madonna della Neve.
Terme del console Marco Crasso Frugi - visibili i ruderi lungo la via Litoranea Marconi e all'interno delle attuali Terme Vesuviane.
Terme Nunziante e Terme Nunziante-Manzo - fondate dal generale Vito Nunziante nel 1831 sul luogo delle antiche terme.
Terme Manzo - site all'angolo tra via Vesuvio e corso Umberto I, poi trasformate in pastificio, resta ancora l'iscrizione sulla facciata del palazzo.
Museo storico delle Armi - è un museo storico-militare, sorto nel 1823 nella Sala Borbonica della Real Fabbrica d'Armi (1753), attuale stabilimento militare Spolettificio dell'Esercito trova posto questo particolarissimo museo, scenico il Cortile Vanvitelliano.
Ori di Oplontis - itineranti per mostre in tutto il mondo, sono in attesa di una collocazione definiva che avverrà con la creazione di un museo ad hoc.
Crocefisso - eretto dai fratelli Paolo ed Emilo Ricciardi nel 1919 in piazza Cesare Battisti.
Bando di Re Ferdinando IV di Borbone - lapidi in marmo affisse sulla via promiscua tra due feudi, risalenti al 28 aprile 1785.
Palazzo delle Regie Scuderie - già Regia Posta in Porta Napoli, denominato anche "Lo Stallone".
Palazzo e Villa Storta - rota, complesso formato da tre edifici, Villa monte Parnaso , Palazzo e Villa Avallone , edificate sul sito della Villa di Caio Siculi.
Palazzo Pagano e Cirillo - edificio termale riadattato a pastificio.
Immacolata Concezione - conservava un dipinto con crocefissione attributito a Mattia Preti, trafugato nel 1990.
Basilica Pontificia Minore Ave Gratia Plena - santuario della Madonna della Neve , dove è conservata l' icona di tipo greco in creta cotta policroma della Madonna della Neve. Il Santuario mariano fu elevato a Basilica pontificia minore da papa Giovanni Paolo II il 21 luglio 1979.
San Giuseppe - sita alla via Plinio 361 in località Croce di Pasella, ai confini con Pompei, fu costruita nel 1907 come cappella gentilizia di una nota famiglia della zona, finita dal venerabile Eustacchio Montemurro e dal beato Bartolo Longo, eretta a parrocchia nel 1967, restaurata totalmente nel 2006.
Parco Regionale del Fiume Sarno - interessa tutta l'area del bacino idrografico del fiume. Non inserito nell' Elenco Ufficiale delle Aree Protette. Il Fiume Sarno, il fiume più inquinato d'Europa, sfocia e segna il confine tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia.
Riserva Naturale Tirone-Alto Vesuvio - riserva integrale biogenetica, caratterizzata dalla presenza di pineta, macchia mediterranea e rocce laviche; flora e vegetazione: pino domestico, pino marittimo e pino nero d'Austria, leccio, roverella, quercia da sughero, ontano, castagno, betulla, rubinia, ginestra felce, muscho, licheni, orchidea; fauna: volpe, faina, scoiattolo, donnola, riccio, mustiolo, talpa, ghiro, merlo, usignolo, poiana, sparviere, falco pecchiaiolo e falco pellegrino.
Come arrivare
In treno: La città di Torre Annunziata è servita da tre stazioni ferroviarie di Trenitalia e una della Circumvesuviana. Dalla Stazione Centrale si dipartono quattro linee Trenitalia, Ferrovia Napoli - Salerno, Torre Annunziata - Cancello e Torre.
In auto: A3 Napoli - Pompei - Salerno (Strada Europea E45). Torre Annunziata è attraversata dalla SS 18 Tirrenia Inferiore, dalla SS 145 Sorrentina che termina inserendosi sulla SS 163 Amalfitana, e dalla SS 268 Circolare del Vesuvio.
In aereo: l'aeroporto più vicino è Napoli Capodichino.
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Home | Esercitazioni | Area didattica | Svago | |
Torre Annunziata |
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9 m s.l.m. |
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7,33 km² |
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6490,17 ab./km² |
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Cipriani, Rovigliano, Sannino, Terragneta |
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Boscoreale, Boscotrecase, Castellammare di Stabia, Pompei, Torre del Greco, Trecase |
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CAP: |
80058 |
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Codice ISTAT: |
063083 |
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Codice catasto: |
L245 |
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Santo patrono: |
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Giorno festivo: |
22 ottobre (Festa Votiva) |
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Visita il Portale Italia |
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« Pranzammo a Torre
Annunziata con la tavola disposta proprio in riva al mare. |
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(Wolfgang Goethe, 13 marzo 1787, da "Viaggio in Italia". ) |
Torre Annunziata è un comune di 47.573 abitanti della Regione Campania in provincia di Napoli.
Si trova ai piedi del Vesuvio (nella c.d. "zona rossa"[3]) e si affaccia sul Golfo di Napoli, precisamente in una piccola insenatura (nel "Ventre della Vacca"[4]) che ha un importante ruolo, infatti ha reso Torre Annunziata il terzo porto della regione Campania. Stazione termale (terme vesuviane) e balneare (Marina del Sole, Marina della Salera e Marina di Rovigliano), in passato fu la capitale dell'"arte bianca" (centinaia di pastifici fino all'incirca al 1950 ad oggi è attiva soltanto un'azienda, "Pasta Setaro"[5]), e sede di industrie metalmeccaniche (Deriver, Dalmine) e altre, tante e tali che fu appellata sia la Manchester del Sud che la Sesto San Giovanni del Mezzogiorno. Oggi ospita industrie nautiche (Aprea Ferretti) e farmaceutiche. Il sindaco attuale è Giosuè Starita.
D'azzurro al castello al naturale, aperto di nero, merlato alla guelfa e fiancheggiato da due torri finestrate di nero e parimenti merlato, terrazzato sulla pianura di verde attraversata in palo dalla strada di accesso al naturale. Il tutto sormontato da una stella d'argento a cinque punte (Vedi lo stemma sulla voce omonima inglese).
Immagine di Torre Annunziata
Località segnata sulla Tabula Peutingeriana con la simbologia usata per i siti termali. I primi abitanti della costa vesuviana e della valle del Sarno furono i Sarrastri mescolati ai Pelasgi, poi gli Osci. Nell'VIII secolo a.C. seguirono i Greci e poi gli Etruschi. Verso la fine del V secolo iniziò in Campania la dominazione dei Sanniti, spazzata via dai Romani solo nell'89 a.C.
L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. distrusse tutto, dando inizio ad un periodo oscuro di circa un millennio durante il quale comparve una fitta vegetazione, il luogo fu così denominato, Silva Mala, poiché infestata da belve e ladroni. Il territorio fu altresì razziato da Genserico (da qui il culto della Festa dei Gigli di Nola); subì devastazioni durante la Guerra gotica (535-553) e le incursioni dei Saraceni, che saccheggiarono il monastero di Rovigliano nel 989. Verso l'anno 1000 si ebbero alcuni stanziamenti di abitanti presso il mare, dediti alla pesca e all'agricoltura, che man mano ripopolarono tutta la zona. E i boschi del sito divennero riserva reale di caccia. Il quartiere Terravecchia è sorto sul territorio di Sylva Mala (poi "Bosco delle tre Case") e il quartiere Grazie in quello di "Nemus Regalis" (Bosco Reale) e il quartiere Annunziata al centro tra i due da cui era separato da due rii.
Il 19 settembre 1319, Carlo d'Angiò donò con diploma emesso in Aversa per Don Bartolomeo di Capua Ministro di Stato e Protonotario del Regno, quattro moggia di terra a dei fedeli, Guglielmo di Nocera, Puccio Franconi di Napoli, Andrea Perrucci di Scafati, Matteo di Avitaya (Avitabile) che fondarono una chiesa dedicata alla Vergine Annunziata, un piccolo monastero e un ospizio nel luogo detto "La Calcarola".
Durante la dominazione Angioina, Raimondo Orsini del Balzo conte di Nola fece costruire una prima Torre per la difesa. Tutto il casale (uno dei 33 casali di Napoli) prese, quindi, il nome di "Torre dell'Annunciata" e si sviluppò a fianco di quello di "Terra Vecchia", a nord, parte dello Stato di Valle, feudo dei Piccolomini. Nel periodo Aragonese (1415) la regina Giovanna II d'Angiò donò il Casale e parte della Silva Mala, in feudo a un amalfitano, Niccolò D'Alagno, primo feudatario (padre di Lucrezia favorita del re Alfonso d'Aragona), che costruì una seconda Torre ben più robusta. Al dominio come feudo rustico della famiglia d'Alagno (1419-1512) si successero i Galluccio (1512-1517), gli spagnoli de Bucchis italianizzato in Bucca (1517-1592-1608), i franco-normanni Tuttavilla conti di Sarno (1592-1614).
Nel XVII secolo si susseguirono le famiglie romane dei Colonna principi di Gallicano e duchi di Zagarolo (1624-1653) e dei Barberini principi di Palestrina (1662-1705) che comprano all'asta il 26 dicembre 1662.
Ultimi feudatari i toscani Massarenghi (1705-1714) e gli amalfitani Dentice del Pesce principi di Frasso (1714-1806). Il feudo si estese furono costruiti mulini e la Real Zecca alla foce del Canale del Sarno (1597, consulente l'architetto Domenico Fontana) per sfruttare le sue acque. La borgata di Torre dell'Annunziata si ampliò urbanisticamente con la costruzione, prima di nuove chiese e poi di case e opifici, la Real Polveriera (1652). L'eruzione del Vesuvio del 1631 distrusse quasi completamente tutta la zona e le borgate, ma la ricostruzione iniziò subito, richiamando gente principalmente dalla costiera Sorrentina e da tutte le parti d'Italia, finanche dall'estero. Carlo III, diede un importante impulso industriale facendovi costruire nel 1758 la "Real Fabbrica d'armi" (che vide luce grazia prima a Francesco Sabatini, della scuola vanvitelliana e poi a Ferdinando Fuga), la Real Ferriera (1791), che si affiancò allo sviluppo dei mulini e dei pastifici per l'afflusso sempre maggiore di popolazione, segnando così l'inizio del 1800, secolo d'oro della città.
Dal 1810 al 1815 Torre Annunziata divenne Gioacchinopoli (fusione dei casali di Torre Annunziata e Terravecchia), regnando a Napoli Gioacchino Murat; nel 1806 regnante Giuseppe Bonaparte cessò ogni dominio feudale.
Nel 1844 sotto la restaurazione Borbonica si prolungò la ferrovia da Portici fino a Torre Annunziata e poi fino alla Calabria. Con il Regno d'Italia, nel 1871, furono terminati i lavori del porto e dello scalo marittimo delle ferrovie. Si ebbe un notevole sviluppo commerciale con importazione di grano e carbone, e un'esportazione mondiale di paste alimentari. Si aggregarono al comune di Torre Annunziata le frazioni Oncino e Grazie. Alla fine dell'800 Torre Annunziata era un immenso pastificio che assorbiva il 60% della forza lavoro. Nel 1887 nasce la Ferriera del Vesuvio e nel 1898 la ferrovia Circumvesuviana. Le attività industriali fiorirono fino alla Seconda guerra mondiale, nonostante le eruzioni del Vesuvio del 1906 e la Prima guerra mondiale. Il 13 aprile 1928 si costituì il comune autonomo di Pompei, Torre Annunziata cedette le frazioni La Civita di Valle e Pontenuovo, ovvero l'intero territorio degli Scavi archeologici di Pompei fino al Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei. Il 1943 fu l'anno della crisi dell'"arte bianca". Nel 1946 i comuni di Boscotrecase e Boscoreale, aggregati in precedenza alla "Grande Torre Annunziata", seconda città della Campania per popolazione e sviluppo, riottennero l'autonomia, la richiesta di compensazione territoriale con l'aggregazione delle frazione Santa Maria La Bruna (Torre del Greco) e di Trecase, all'epoca frazione di Boscotrecase non ebbe esito.
Purtroppo la storia recente è stata scenario di innumerevoli atti criminosi collegati alle cosche camorristiche locali che hanno oscurato la cittadina e ne hanno impedito ogni possibile sviluppo sociale ed economico. Oggi la città è abbandonata a se stessa. Negli anni ottanta, dagli ambienti della malavita torrese e non solo, fu portato a compimento l'omicidio del giornalista Giancarlo Siani.
L'intervento pubblico a partire dagli anni novanta per fronteggiare la crisi economica e sociale che ha riguardato l'intera area con la chiusura dei principali stabilimenti localizzati a Torre Annunziata si è espresso attraverso la Programmazione negoziata, ovvero la stipula con le parti sociali di un Contratto d'Area "Torrese-Stabiese" al fine di riutilizzare le aree industriali dismesse con nuove iniziative imprenditoriali e fronteggiare la disoccupazione a livello locale. Il contratto d'area è stato gestito dalla TESS[6] che attualmente, divenuta agenzia di sviluppo locale, si occupa di un'area più vasta denominata "Costa del Vesuvio" che unisce l'area torrese-stabiese e quella attigua precedentemente interessata dal Patto territoriale del Miglio d'Oro.
Abitanti censiti
Per approfondire, vedi la voce Archeologia di Torre Annunziata. |
Per approfondire, vedi la voce Oplontis. |
Nel suo territorio - che la Tabula Peutingeriana indica con il sito di Oplonti - è stata portata alla luce una delle più ricche e sfarzose ville di epoca romana (I secolo a.C.) presumibilmente appartenuta alla Gens Poppea e forse dimora estiva di ricchi pompeiani. In particolare si crede che tale villa sia appartenuta a Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone. In anni più recenti è stata scavata e riportata alla luce un'altra imponente costruzione rustica d'epoca romana tra le cui mura sono stati rinvenuti gioielli e monili forgiati con ammirevole tecnica orafa. L'Unesco ha designato il sito archeologico di Oplonti, situato nel comune di Torre Annunziata, come Patrimonio dell'umanità.
Oplontis doveva essere quello che Portofino e Capri sono per noi oggi. Un richiamo per nobili. Ma l'eruzione del Vesuvio (nel 79 d.C.) ha cancellato le sue tracce e il suo nome è stato dimenticato per essere trasformato in quello di Torre Annunziata. Eppure Oplontis, ormai stretta tra i condomini, è ancora lì, bella e dimenticata e a chi la visita suggerisce come doveva essere quando ospitava la Roma bene. Tra i suoi frequentatori annoverava infatti anche Poppea, la moglie di Nerone. Oggi gli scavi hanno portato alla luce quella che gli studiosi ritengono fosse la sua villa, un complesso residenziale, dove ambienti di uso comune si alternano a saloni destinati a ospitare feste e banchetti. Le pareti delle stanze inoltre conservano le tracce di affreschi con scene di bagnanti, maschere, uccelli e cesti di fiori e frutta, tutto in un'esplosione di fantasia, colori e lusso. All'esterno della villa è possibile ammirare una piscina di dimensioni olimpioniche non ancora completamente portata alla luce a causa di una strada costruita al di sopra di essa.
Il complesso risalente probabilmente a epoca sannitica (III-II secolo a.C.), è ancora in corso di scavo e si suppone fosse appartenuto a Lucio Crasso Terzio. A differenza della villa di Poppea, si presume che la struttura costituisse in realtà un'azienda e non una residenza. Al suo interno al momento degli scavi sono stati rinvenuti diversi scheletri umani nonché un forziere colmo di monete e gioielli di notevole fattura noti come gli "Ori di Oplonti".
Nota: la struttura non è ancora fruibile ai visitatori.
Imponente villa, scoperta durante lo scavo della trincea per la costruzione della strada ferrata in prosecuzione da Portici verso Torre Annunziata, è quella di Caio Siculi. Fu riseppellita e troncata in due per detta strada ferrata, i reperti rinvenuti furono trasportati al Museo archeologico nazionale di Napoli. Noto l'affresco raffigurante il mito di Narciso ed Eco con lo sfondo del monte Parnaso.
Visibili i resti di un muro lungo la Litoranea Marconi e di due cunicoli all'interno delle Terme Nunziante, descritti da Liberatore.
Uccellino che mangia dei fichi (Affresco ritrovato a Oplontis)
Quartieri Terravecchia, Fuori porta e Oncino
Quartieri Annunziata, Grazie, Carminiello
Costruito nel 1830 e benedetto nel 1832.
Le edicole votive, talvolta veri tempietti sono oltre cento, tra quelle affrescate, maiolicate, in cotto, in bronzo, contenenti statuine e dipinti.
A Torre Annunziata sono presenti diversi periodici: "La Voce della Provincia" dal 1968, "Lo Strillone" dal 1994, Torre Sette dal 2003, "Noi Ex", "Tg Cooper" e "Alè Savoia", ed è diventata dal 2007 sede del quotidiano regionale "Metropolis", che prima aveva sede nella vicina Castellammare di Stabia[8].
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Un'antica tradizione narra che, nel secolo XIV, alcuni pescatori torresi videro una cassa galleggiare sulle onde del mare presso lo scoglio di Rovigliano; la
raccolsero ed in essa rinvennero, con grande meraviglia, un'icona di Maria.
L'immagine era di terra cotta, di tipo greco, a busto: la Madonna stringeva con il braccio sinistro il Bambino Gesù. Poiché nello spazio di mare in cui fu trovata la Sacra Immagine si trovavano anche
alcuni pescatori della vicina Stabia, questi pretendevano che l'Icona fosse trasportata nella loro città perché quest'ultima era stata ritrovata in acque stabiesi.
Si accese una lite che si risolse con l'assegnazione dell'Icona da parte di un magistrato del tempo ai pescatori oplontini.
L'immagine fu trasportata nella chiesetta della SS. Annunziata. Non avendo un segno o una scritta che indicasse il nome dell'icona, il popolo torrese decise di donarle il nome di "S. Maria ad Nives"
poiché il ritrovamento si era verificato il 5 agosto, giorno dedicato alla Vergine SS., in ricordo della neve prodigiosa caduta in Roma nell'anno 352 sul colle Esquilino, dove sarebbe sorta la basilica di Santa Maria
Maggiore.
Nel 1448, dal Conte Nicola D'Alagno senior, feudatario, fu eretta l'attuale chiesa di Ave Gratia Plena che fu affidata, con un annesso convento, ai Padri celestini per la cura delle anime.
La Sacra immagine, tenuta per lungo tempo nascosta, fu trasferita nella nuova chiesa. Nell'ottobre del 1872, nel corso del restauro, si scoprì la vera, antica, bellissima Immagine della Madonna,
quale oggi si vede. All'Icona, infatti, ne era stata sovrapposta un'altra di tela. Si suppone che la copertura sia avvenuta nel periodo in cui la Madonna fu tenuta nascosta: nel restauro del
1743.
Dal giorno in cui la Vergine Santa venne a noi sulle onde del mare cominciò per Torre dell'Annunciata un'era di celesti favori e grazie: doni che, accolti dal fervore religioso di questo popolo,
segnarono pure l'inizio di un nuovo sviluppo e di tanta prosperità.
Ecco perché la chiesa Dell'Annunziata è considerata la culla del popolo torrese e l'Immagine di Maria costituisce la prima e perenne gloria cittadina.
Nell'ora del pericolo e del dolore Torre Annunziata si è sempre stretta con immutata fede intorno alla sua Eccelsa protettrice. E in ogni circostanza il popolo
torrese ha sempre sperimentato la grande benevolenza e il grande amore della propria Madre.
La storia registra le incursioni piratesche guidate da Ariadeno Barbarossa (1534), da Dragut Rais (1549), dal Pascià Mustafà (1558) e la spedizione del Duca di Guisa (1615): gli aggressori, dopo aver messo a sacco le
città litorali del golfo, fallirono nei loro piani di assoggettare Torre Dell'Annunciata allorché il popolo implorò l'intercessione della Madonna Della Neve.
Durante la lunga carestia del 1764, i torresi stremati, ricorsero a Maria: una nave carica di grano di cui sono sconosciuti la provenienza e il padrone approdò nel porto oplontino.
Nel 1777 le campagne cittadine erano arse per la siccità che si prolungava da ben cinque mesi: mentre si portava in processione la Sacra Icona, si vide una nuvoletta che espandendosi divenne pioggia
ristoratrice.
Maria SS. Della Neve fu invocata anche nelle grandi epidemie del 1817, del 1836 e del 1837.
Nelle frequenti eruzioni del Vesuvio Torre Annunziata ha sperimentato in un modo del tutto singolare la protezione della beata Vergine Maria. Le eruzioni principali furono quelle del: 1631, 1764,
1822, 1906, 1944: dopo quest'ultima il Vesuvio ha preso l'aspetto attuale in una fase di stasi.
La mattina del 22 ottobre 1822 dopo due giorni di convulsa attività vulcanica, Torre Annunziata era avvolta in un'oscurità intensa interrotta da lampi accecanti; la caduta di cenere e lapilli non
diminuiva di intensità: una colata lavica minacciava la zona limitrofa di Boscotrecase. In un momento di grande fede, nell'estremo pericolo, il popolo corse ai piedi della Madonna.
Dalla chiesetta dell'Ave Gratia Plena organizzò una processione che andò a fermarsi in Piazza Ernesto Cesaro.
Mentre il sacerdote Rocco Baly esortava i torresi ad aver fiducia in Maria, le fitte tenebrose furono squarciate miracolosamente da un raggio di sole che andò a posarsi sul volta della Madonna. Torre
Annunziata era salva.
Il miracolo del 22 ottobre 1822 venne ricordato ogni anno con solenni celebrazioni; il 22 ottobre è consacrato, con deliberazione dell'Autorità Comunale, come festa votiva della Città.
Il 22 ottobre 1922, nel primo centenario del prodigioso evento, per decreto Dell'EEc.mo Capitolo Vaticano, la Vergine della Neve veniva solennemente incoronata, nella stessa piazza del miracolo, da
Monsignor Carlo Gregorio Grasso, Arcivescovo Primate Di Salerno e Amministratore Apostolico di Nola.
Maria fu ancora vicina al suo amato popolo nelle eruzioni dell'aprile 1906 e del marzo 1944.
L'8 aprile del 1906, davanti alla Sacra Icona, la lava si fermò prodigiosamente a cinquanta metri dal Cimitero locale, dopo aver circondato, senza danneggiarlo, il serbatoio del acquedotto civico:
una lapide apposta sul luogo ricorda l'avvenimento. Il popolo di Torre Annunziata, grato per la grazia ricevuta, offrì alla sua amata Madre un prezioso tempietto d'argento, opera del cesellatore
napoletano Centone. Quel tempietto ancora oggi custodisce l'Immagine caro al cuore di ogni oplontino.
Nel marzo 1944 la città rivisse l'incubo del lontano 1906: il Vesuvio era più minaccioso che mai. La fase eruttiva assunse ben presto un aspetto impressionante,
mentre la pioggia di ceneri calde e di lapilli raggiungeva perfino l'agro noverino, provocando la distruzione di promettenti raccolti.
La colata lavica, che erompeva da più squarci, all'alba del 23 marzo, si dirigeva verso la nostra cara città e Torre del Greco. Le autorità militari alleate (che esercitavano il potere dopo lo sbarco
di Salerno avvenuto il 9 settembre 1943) pensavano all'evacuazione della Città, ma il popolo accorso in Piazza dell'Annunziata, nonostante ogni divieto, volle la processione penitenziale con
l'immagine della Madonna.
Era mezzogiorno: a piazza Croce e nei pressi del municipio bisognò sostare. A piazza Cesaro si rinnovò il miracolo di centoventidue anni prima: mentre il parroco Don Emilio Lambiase esortava alla
fede e alla speranza, s'aprì uno spiraglio di luce che nuovamente colpì il volto di Maria. Il miracolo si era ripetuto.
Salvata dalla guerra e dallo "sterminator Vesevo", Torre fu duramente provata la sera del 21 gennaio 1946. Nella stazione marittima delle FS, prese fuoco un
treno di oltre venti vagoni carichi di munizioni e di altro esplosivo. Dalle 18 alle 19 si susseguirono ben quattro esplosioni, di cui l'ultima, catastrofica, provocò la distruzione dell'intero
quartiere marinaro nonché crolli e danni in tutta la città. La chiesa parrocchiale dell'"Ave Gratia Plena" fu seriamente danneggiata: l'organo distrutto, la porta d'ingresso abbattuta, divelti i
finestroni, rovinate le suppellettili. Fu però constatato con immensa meraviglia che la cappella della Madonna della Neve era rimasta indenne. L'Immagine era intatta, sull'altare ogni cosa era al suo
posto; i vetri del tempietto e quelli dei finestroni della cappella, con quelli dell'altare del Sacro Cuore, erano i soli rimasti integri.
I torresi non si lasciarono avvilire dall'immensità del disastro e, sotto lo sguardo di Maria, intrapresero l'arduo cammino della ricostruzione. Davanti all'Immagine della Madonna si è fermata la
lava vulcanica, ma non si è fermata la mano sacrilega dell'uomo. Mani sacrileghe, nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 1977 profanarono il tabernacolo e trafugarono l'Immagine di Maria SS. Della
Neve. Indescrivibile la costernazione di tutto un popolo.
La Sacra Icona fu ritrovata, dopo fortunose vicende, al tramonto del 14 gennaio da una squadra di polizia, al terzo tronco della strada litoranea di Torre Del Greco. Il giorno successivo, dal
Commissariato di polizia in cui i fedeli si erano riuniti in preghiera, la Madonna fu riportata nel Santuario sotto una pioggia insistente.
ASSOCIAZIONI CULTURALI DEL TERRITORIO
Torre Annunziata è anche un centro cittadino pieno di desiderio di riscatto attraverso la cultura. Esso è infatti sede di numerose associazioni che, abbracciando tutti i campi dell'arte, promuovono e diffondono la cultura locale. Sono attivi infatti: l'Archeo club, il circolo dei Professionisti ecc.. La città è sprovvista purtroppo di strutture pubbliche atte a questo scopo perciò sono per lo più le chiese a diventare centri propulsori di cultura. Si può dire infatti senza timore di smentita che quasi in ogni parrocchia ci sia un gruppo teatrale: il Gruppo Medea della Chiesa della SS Trinità, Il Gruppo Teatrale Peppino Ottone del Santuario diocesano dello Spirito Santo, i due gruppi teatrali dell'oratorio salesiano e quello di Rovigliano. Torre Annunziata promuove anche la cultura napoletana attraverso il folklore. Nella città è presente infatti da ormai più di 30 anni (è l'associazione torrese più duratura fin ora) il [Gruppo Folk 'O Pazziariello][1]. Esso ha una duplice finalità: quella da un lato di diffondere la cultura torrese tra i giovani della stessa città, i quali sono orami lontani dalle tradizioni che hanno l'hanno fatta grande, dall'altro quella di esportare la nostra cultura all'estero. Gli obiettivi de 'O pazziariello sono realizzati attraversdo iniziative concrete. 1)realizza(da 11 anni) il Presepe vivente folklorico nelle date di 27-28-29/12 e 3-4-5/01 che vmira a far conoscere ai giovani gli antichi mestieri dei nonni. 2)con la collaborazione del Consigliere comunale tedesco (Torrese DOC) Oscar Guidone e della sua compagna Brigitte è sostenitore di un progetto ormai quasi decennale Torre Annunizata-Emmendingen città dell'amicizia. Tore Annunziata è sede anche di associazioni benefiche a sostegno del bisognoso e del sofferente quali la Misericordia, la Caritas, Frates, Unitalsi, ma anche di associazioni che si impegnano attivamente per il riscatto del territorio sensibilizzando il cittadino alla raccolta differenziata, alla denuncia contro le inguistizie a tutti i livelli allo sviluppo di un senso critico. Essa è l'associazione Torre in Rete.
Nei dintorni di Torre Annunziata
Aree verdi cittadine
Sindaco |
Inizio mandato |
Fine mandato |
Domenico Pagano |
||
Sindaco |
Inizio mandato |
Fine mandato |
Avvocato Matteo Galdi |
1861 |
1864 |
Federico De Luca |
1864 |
1866 |
Luigi Stasi (Regio Delegato Straordinario) |
1866 |
1867 |
1867 |
1867 |
|
Vincenzo Morrone |
1867 |
1870 |
Gaetano Fiorenza |
1870 |
1874 |
Avvocato Vincenzo Gambardella |
1874 |
1879 |
Ciro Ilardi (primo mandato) |
1879 |
1884 |
Cavaliere Commendatore Giuseppe Avallone (primo mandato) |
1884 |
1886 |
Ciro Ilardi (secondo mandato) |
1886 |
1889 |
Aldo Goretti (Regio Commissario Straordinario) |
1889 |
1889 |
Gabriele Buonocore |
1889 |
1890 |
Ciro Ilardi (terzo mandato) |
1890 |
1890 |
Agostino La Rana |
1890 |
1891 |
Cavaliere commendatore Giuseppe Avallone (secondo mandato) |
1891 |
1892 |
Assuero Carullo (Regio Commissario Straordinario) |
1892 |
1892 |
Cavaliere commendatore Giuseppe Avallone (terzo mandato) |
1892 |
1894 |
Saverio Castrucci (Regio Commissario Straordinario) |
1894 |
1894 |
Giuseppe Calvino (Regio Commissario Straordinario) |
1894 |
1895 |
Ciro Ilardi (quarto mandato) |
1895 |
1898 |
Diodato Sansone (Regio Commissario Straordinario) |
1898 |
1898 |
Commendatore Ciro Ilardi (quinto mandato) |
1898 |
1900 |
Giuseppe Pannunzio (Regio Commissario Straordinario) |
1900 |
1900 |
Commendatore Ciro Ilardi (sesto mandato) |
1900 |
1901 |
Ingegnere Giuseppe Amodio (primo mandato) |
1901 |
1902 |
Alfredo Jossa (Regio Commissario Straordinario) |
1902 |
1902 |
Ingegnere Giuseppe Amodio (secondo mandato) |
1902 |
1903 |
Avvocato Pelagio Rossi (primo mandato) |
1903 |
1904 |
Tommaso De Rosa (Regio Commissario Straordinario) |
1904 |
1904 |
Commendatore Ciro Ilardi (settimo mandato) |
1904 |
1905 |
Avvocato Federico Orsini |
1905 |
1906 |
1906 |
1906 |
|
Avvocato Pelagio Rossi (secondo mandato) |
1906 |
1909 |
Avvocato Amato Bonifacio |
1909 |
1910 |
Avvocato Pelagio Rossi (terzo mandato) |
1910 |
1914 |
Raffaele Vigliarolo (Regio Commissario Straordinario) |
1914 |
1914 |
Avvocato Vittorio Fiore |
1914 |
1918 |
Adolfo Valentino (Regio Commissario Straordinario) |
1902 |
1903 |
Raffaele Sodano (Regio Commissario Straordinario) |
1919 |
1919 |
Luca Ghirelli (Regio Commissario Straordinario) |
1920 |
1920 |
1920 |
1923 |
|
Avvocato Pelagio Rossi (quarto mandato) |
1923 |
1924 |
Francesco Galli de Tommasi |
1924 |
1926 |
Grande ufficiale Angelo Cirillo (primo mandato) |
1926 |
1927 |
Vincenzo Perazzi (Commissario Prefettizio) |
1927 |
1908 |
Enrico Degli Atti (Commissario Prefettizio) |
1928 |
1928 |
Nicola Internicola (Commissario Prefettizio) |
1928 |
1929 |
Podestà |
Inizio mandato |
Fine mandato |
Avvocato Pelagio Rossi (quinto mandato) |
1929 |
1931 |
Roberto Brombeis (Commissario Prefettizio) |
1931 |
1932 |
Grande ufficiale Angelo Cirillo (secondo mandato) |
1932 |
1934 |
Giuseppe Casella (Commissario Prefettizio) |
1934 |
1934 |
Avvocato Gaetano Filippone |
1934 |
1936 |
Giuseppe Casella (Commissario Prefettizio) |
1936 |
1937 |
Dottor Roberto Fusco (Commissario Prefettizio) |
1937 |
1938 |
Avvocato Giuseppe De Simone |
1938 |
1941 |
Pietro Rizzo (Commissario Prefettizio) |
1941 |
1941 |
Felice Piciocchi (Commissario Prefettizio) |
1941 |
1941 |
Avvocato 'Carlo Emanuele Maresca |
1941 |
1943 |
Sindaci |
Inizio mandato |
Fine mandato |
Ingegnere Michele Caravelli (Commissario Prefettizio) |
1943 |
1944 |
Nicola Medici |
1944 |
1946 |
Alberto Nini (Commissario Prefettizio) |
1946 |
1947 |
Giuseppe Visconti (Commissario Prefettizio) |
1947 |
1947 |
Sindaci |
Inizio mandato |
Fine mandato |
Dottor Pasquale Monaco |
1947 |
1955 |
Professore Francesco Pinto |
1955 |
1956 |
Raul Modesti (Commissario Prefettizio) |
1956 |
1957 |
Professore Luigi Lettieri (primo mandato) |
1957 |
1961 |
Salvatore Varriale (Commissario Prefettizio) |
1961 |
1962 |
Professore Luigi Lettieri (secondo mandato) |
1962 |
1964 |
In ambito sportivo la formazione calcistica del Football Club Savoia 1908 è una delle squadre più antiche d'Italia. Vedi anche Sport (Torre Annunziata). Molto importanti sono anche le associazioni di Boxe quali: la Pugilistica Olponti e la Boxe Vesuviana. Tra gli sportivi torresi illustri ricordiamo Ernesto Bergamasco, olimpionico, e Vincenzo Pinto vice campione olimpico ad Atene 2004.
Il porto della città di Torre Annunziata, con funzioni commerciali, industriali, pescherecce e turistiche è stato inaugurato nel 1871 costruito interamente a spese dell'amministrazione comunale, fu intitolato al Principe Umberto di Savoia. Gemellato al porto spagnolo di Valencia, è dotato di 300 posti barca (lunghezza massima degli scafi 15 metri). Nelle acque antistanti sono presenti numerosi allevamenti ittici.
La città di Torre Annunziata è servita da tre stazioni ferroviarie di Trenitalia e una della Circumvesuviana. Dalla Stazione Centrale si dipartono quattro linee Trenitalia, Ferrovia Napoli - Salerno (linea per Napoli e linea per Salerno), Torre Annunziata - Cancello e Torre Annunziata - Castellammare di Stabia - Gragnano. E dalla Stazione di Torre Annunziata Oplonti si dipartono due linee della Circumvesuviana: Ferrovia Napoli-Castellammare di Stabia-Sorrento e Ferrovia Napoli-Pompei-Poggiomarino.
Sono inoltre utilizzabili per raggiungere Torre Annunziata le stazioni poste ai suoi confini:
Circumvesuviana:
Circumvesuviana:
Circumvesuviana:
ANM:
Torre Annunziata è attraversata dalla SS 18 Tirrenia Inferiore (Napoli-Salerno-Reggio Calabria), dalla SS 145 Sorrentina (Torre Annunziata-Meta di Sorrento) che termina inserendosi sulla SS 163 Amalfitana, e dalla SS 268 Circolare del Vesuvio (San Giovanni a Teduccio-Torre Annunziata).
Provinciale Schiti, Provinciale Giorgio
Castriota, Provinciale Ercole Ercole, Provinciale Andolfi, Provinciale Casa Cirillo, Provinciale Vesuvio, Provinciale Prota.
Corso Umberto I, Via Gino Alfani, Via Vittorio Veneto, Via Vincenzo Gambardella, Via Pasquale Fusco, Via Caravelli, Via Prota, Corso Vittorio Emanuele III, Via Roma, Corso Giuseppe Garibaldi, Via dei Mille, Via C. E. Maresca, Traversa Maresca, Via Vesuvio, Via Epitaffio, Via Alfredo Simonetti, Via Giuseppe Tagliamonte, Viale Guglielmo Marconi, Viale Cristoforo Colombo, Via Porto, Via Riviera Caracciolo, Via d'Angiò, Via Dogana, Via Diodato Bertone, Via Castello, Via Roma, Viale Manfredi, via Plinio, Via Terragneta e Rampe Vito Nunziante, via Settetermini.
Piazza Ernesto Cesàro, Piazza Giovanni Nicotera, Piazza Giacomo Matteotti, Piazza Cesare Battisti, Piazza Enrico de Nicola, Piazzale Gargiulo già Kennedy, Piazza P.E.Imbriani, Piazza Risorgimento, Pizza Giovanni XXIII della Pace, Largo Fabbrica d'Armi, Largo Ferriera Vecchia, Piazza Paolo Morrone, Largo Genzano.
Sindaco: Giosuè Starita (centrosinistra) dal 29/05/2007
Centralino del comune: 081 5358111
Posta elettronica: urp@comune.torreannunziata.na.it
Torre Annunziata è gemellata con:
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Comuni del Parco regionale del fiume Sarno
Angri, Castellammare di Stabia, Nocera Inferiore, Poggiomarino, Pompei, San Marzano sul Sarno, San Valentino Torio, Sarno, Scafati, Striano, Torre Annunziata |
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L'A.G.F. 'O Pazziariello dal 1997 nella cornice dell'ottocentesco Santuario diocesano dello Spirito Santo di Torre Annunziata mette in scena annualmente il "Presepe napoletano vivente folklorico". Esso rappresenta nello stile della tradizione presepistica settecentesca partenopea uno spaccato di vita napoletana nel giorno di Natale.
Ciò che lo rende UNICO è la sua struttura. Essa (11x9x6 m) si erge su tre piani praticabili. La scenografia rispecchia quella tradizionalmente in uso presso le famiglie estimatrici dell'arte presepistica popolare e ne riproduce gli ambienti classici (Grotta, Osteria, Botteghe ecc.).
I "Pastori-Interpreti" in abiti ispirati al '700 napoletano, non si limitano a mimare i mestieri del passato ma li animano attraverso musiche, canti, balli e brani recitati, risultato di un oculato ed intenso lavoro di ricerca.
Lo spettacolo oltre ad avere un forte intento culturale ne propone uno benefico. Il ricavato delle rappresentazioni, ottenuto dalla generosità del pubblico, verrà devoluto ai villaggi africani con i quali il Santuario dello Spirito Santo, sede dell'Associazione, è gemellato. Per ulteriori informazini gurda la sezione dedicata ai Progetti de 'O Pazziariello.
Guarda le foto del Presepe Vievente napoletano folklorico
Il Progetto è stato pubblicato in forma sintetica su wikipedia nella voce I miracoli della madonna della Neve